di Giovanni Terzi*
Eravamo in campagna elettorale l'anno scorso; eravamo alla casa della cultura assieme all'allora candidato al consiglio comunale Stefano Boeri per parlare con i giovani e dei giovani assieme a molti ragazzi dei circoli Arci, ai proprietari di locali musicali, insomma assieme ad un pezzo importante della creatività giovanile.
Quella sera nel pieno della campagna elettorale venne fuori la proposta di un documento congiunto a sostegno della musica e della creatività giovanile. Documento che, davanti ad una platea importante di giovani e giornalisti firmammo sia io sia Boeri promettendo grande attenzione verso quelle espressioni della creatività che oggettivamente la nostra amministrazione non era sempre riuscita ad intercettare e portare avanti. Devo ammettere che nell'occasione del primo incontro alla casa della cultura mi sentivo in imbarazzo. Da una parte molti giovani lamentavano una disattenzione della nostra giunta nei loro confronti e l'incapacità di vedere e risolvere con anticipo i problemi; dall'altra era crescente la spoon-river dei locali e centri di aggregazione che sistematicamente chiudevano in città. L'imbarazzo mio era dettato dalla reale difficoltà che, nei cinque anni di assessore del comune di Milano, trovavo nel dovere sempre lavorare in emergenza e non con una programmazione preparata per tempo. Seppi in seguito la vera e propria euforia che aveva coinvolto migliaia di giovani la sera del Concertone in Stazione Centrale; euforia che aveva come grido di battaglia «Liberiamo Milano».
Così percepii che, sempre di più, quei giovani tra cui molti che hanno aderito al collettivo Macao, sentivano vicinanza e comunanza di linguaggio con il centro sinistra. Il resto è storia nota. Credo fortemente che i giovani ed i loro nuovi linguaggi (twitter, blog, facebook) abbiano determinato non solo la vittoria di Pisapia ma anche l'entusiasmo per un progetto finalmente attento ad un mondo, il loro, fino a quel momento trascurato.
Uno dei punti del programma di Pisapia era proprio quello della partecipazione dei giovani alla costruzione di una città nuova. Uno degli esempi che è stato a lungo portato a riferimento era quello del centro Tacheles a Berlino . La galleria Tacheles a Berlino infatti rappresenta un modello per i molti ragazzi del collettivo Macao a cui si sono ispirati; un modello dove nel 1990 dei magazzini nella città tedesca furono occupati e che oggi fornisce un calendario culturale autogestito tra i più importanti d'Europa. Tutte queste cose erano state promesse; tutte queste cose si sapevano. Ed è per questo motivo che capisco i ragazzi di Macao che, al di là delle regole da rispettare, si sono sentiti traditi in poco tempo da chi gli aveva promesso un mondo migliore. Oggi superare la criticità dello sgombero dicendo che sarà l'Ansaldo il luogo deputato per accogliere Macao (ma dopo aver fatto un bando) è un ossimoro.
*ex assessore del comune di Milano
a Tempo libero e Giovani
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