Pazienti in barella nei corridoi. Medici oberati di lavoro che non riescono neanche a trovare il tempo di comunicare con i familiari dei pazienti. Infermieri e dottori, pochi e stressati. È una fotografia in bianco e nero quella scattata dai sindacati sui pronto soccorso lombardi. Solo qualche giorno fa il Giornale aveva raccontato l’assalto agli ospedali, con sale d’attesa stracolme di codici verdi, gialli e rossi in attesa del proprio turno. Una ssalto comunque ben gestito con i medici a lamentarsi soprattutto perchè troppa gente va al pronto soccorso anche quando non ne ha bisogno. Ora l’allarme è di Cgil e Cisl che denunciano una situazione «in aggravamento». «I pronto soccorso - si legge in una nota della Cgil - sono sovraffollati, gravati da numerosissimi pazienti barellati nei corridoi». Non solo. «I ritmi di lavoro del personale rendono anche la sola comunicazione con i parenti degli assistiti un’utopia oltre a favorire errori e comportamenti non troppo ottimali da parte del personale che - sottolineano i sindacati - è stressato». Secondo quanto riportato dai sindacati il tempo che i pazienti devono stazionare nel pronto soccorso è decisamente troppo lungo.
Un’analisi che conferma quanto appunto verificato anche dal Giornale nel suo giro fra i pronto soccorso cittadini. Ore e ore di attesa passate ad attendere di essere visitati anche se le urgenze vengono affrontate sempre con tempestività. «Stazionamenti prolungati oltre il tempo considerato necessario per inquadrare un paziente - rincara la Cgil - determinando così ritardi nell’erogazione delle cure più appropriate e un ulteriore onere per gli operatori che provvedono a realizzare iter diagnostici e terapeutici anche complessi, in passato erogati solo in regime di ricovero».
Un panorama decisamente negativo che rischierebbe soltanto di peggiorare. La Cgil punta il dito contro la Regione e le relative direzioni ospedaliere che «hanno come obiettivo primario il contenimento dei costi». Come? Con il taglio di personale, tuonano i sindacati. Pensionamenti non rimpiazzati così come maternità o malattie non sostituite, riduzione di medici di guardia in pronto soccorso «indipendentemente dall’analisi dei flussi dei pazienti». Ecco perché, a detta dei sindacati, a gestire le emergenze spesso si trovano non solo «organici inadeguati» ma anche composti da «personale precario».
Fa eco anche la Cisl Medici e Funzione Pubblica che parla di «“un gioco al massacro“ che si scarica sugli utenti e che vede coinvolto in prima linea medici e operatori sanitari» che cercano di sopperire col loro impegno alle crescenti carenze di organico. È urgente, concordano i sindacati rivedere l’attuale modello di sanità centrato sull’ospedale, ma sarebbe «necessaria l’attuazione di un sistema efficiente e diffuso di medicina territoriale».
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