La Provincia spariglia (di nuovo) le carte. In vista della quotazione di Sea a Piazza Affari, «credo che se vi fosse la disponibilità da parte del Comune di Milano ad alienare una parte delle proprie quote e ad ampliare il flottante, vi sarebbe più attrattività». Così il presidente della Provincia Guido Podestà ieri mattina ha commentato la forchetta di prezzo - stimata mercoledì dagli advisor tra 800 milioni e 1,1 miliardo - in vista dello sbarco in Borsa del 25% della società. «Insieme con il Comune - ha aggiunto Podestà - rappresentiamo un flottante limitato. Se ci fosse questa considerazione, ci potrebbe essere una diversa valutazione. Lo faremo presente anche se i tempi sono stretti perchè noi siamo legati all'obbligo di legge che deriva dal patto di stabilità». Per Podestà, però, la quotazione in Borsa «è il metodo più trasparente. Andare sul mercato è stata la scelta giusta». Ma sulle prossime mosse della Provincia, qualora il flottante rimanesse invariato al 25%, ha precisato: «Ci riserviamo di prendere una decisione.
Abbiamo una quindicina di giorni per poter definire l'adesione al progetto che poi il mercato dovrà confermare. Non è così facile pensare a strade alternative, compatibili con i tempi che la legge ci impone». Forse la vendita al fondo F2i proprietario già del 30%?La Provincia agita di nuovo le acque su SeaPer Podestà Palazzo Marino deve alzare il flottante
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