Psicologi per aiutare i disoccupati

Psicologi per aiutare i disoccupati

Con le migliori intenzioni, certo, ma è questa la strada giusta? Nel pieno di una recessione senza precedenti che non risparmia Milano, Comune e Cgil hanno firmato un accordo che prevede «attenzione e supporto alle persone che perdono il lavoro». Un supporto - su questo si concentrano attenzioni e curiosità - anche di natura psicologica. La speranza è che l'intesa sia utile a qualcuno dei destinatari, il dubbio è che tradisca un'impostazione ideologica foriera di nuovi problemi. O nel migliore dei casi inutile a rimuovere le vere cause della stagnazione.
Artefice dell'intesa con la Cgil è - non a caso - proprio un assessore pescato da Giuliano Pisapia nelle fila del sindacato rosso: Cristina Tajani. Vendoliana, bocconiana, la Tajani è stata per anni funzionaria della Camera del lavoro metropolitana, con incarichi di studio e ricerca. E a Palazzo Marino esordì con la proposta di un «salario di intermittenza» destinato a chi perde lavoro. Il suo assessorato spiega che l'accordo di ieri introduce «percorsi di auto-mutuo aiuto nell'ambito del servizio supporti attivi per il lavoro». Il progetto - dicono da Palazzo Marino - prevede la costituzione di spazi di confronto e dialogo per sostenere e supportare psicologicamente le persone disoccupate, inoccupate o in cassa integrazione.
«Questo protocollo - annuncia la Tajani - ha lo scopo di potenziare i servizi di riqualificazione professionale e di ricerca attiva del lavoro già operanti presso le sedi comunali». E - aggiunge l'assessore - «spesso la perdita del lavoro provoca nei soggetti interessati forme di depressione che rendono più complessa anche la ricollocazione sul mercato del lavoro». Il segretario della Camera del Lavoro Corrado Mandreoli racconta che, con la perdita del lavoro, le persone spesso «hanno perso la loro identità, l'autostima, la voglia di vivere», e dunque la proposta «è molto interessante perché coglie un bisogno diffuso, quello cioè di farsi carico di un malessere crescente, e rende più efficaci gli altri strumenti del mercato del lavoro». Il modello è stato sperimentato. Il Comune metterà a disposizione gli spazi di Villa Scheibler per incontri di gruppo, con postazioni informatiche e la possibilità di ospitare persone selezionate attraverso la banca dati del Servizio supporti attivi per il lavoro o anche «facilitatori», con «competenze di ascolto attivo e la realizzazione di un breve percorso formativo per favorire il reinserimento nel mercato del lavoro».
Tutto bene.

Il dubbio è che al di là delle diagnosi di «dotti e sapienti» del sindacato e della sinistra, l'unica ricetta efficace, o almeno utile, sarebbe al di fuori della loro portata, così condizionata dai vecchi schemi dell'ideologia: ridurre le tasse, lasciare le imprese più libere di investire e di produrre. E per quanti sforzi faccia la sinistra di Palazzo Marino per dare una mano a chi perde lavoro, il suo peccato originale è aver soffocato la città con una coltre di aumenti fiscali e nuove tasse.

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