Dentro il quadrilatero del racket a San Siro Le croci sugli alloggi ancora da occupare

Un quartiere intero in mano agli abusivi: 900 case irregolari su 4mila Altitonante (Fi): «Pronti con gli sgomberi ma aspettiamo il Comune»

Giacomo Iacomini

Il racket in diretta. Via Zamagna 4, zona San Siro. C'è una ragazza nel cortile. «Sto aspettando Angelo, deve mostrarmi un appartamento in affitto». Ma come in affitto? «Signorina, questo è impossibile. Qui sono tutte case Aler». Il consigliere regionale di Forza Italia Fabio Altitonante, impegnato in un sopralluogo in alcuni dei condomini del quartiere, dove molte case vengono occupate abusivamente, spiega la situazione alla giovane: «Nessuno può affittare nulla qui. C'è un bando pubblico, solo così si assegnano queste abitazioni». La ragazza aveva trovato un annuncio online, che proprio sotto i suoi occhi si rivela una bufala. O meglio, una fregatura. Arriva Angelo. È italiano. «Che succede?». La ragazza capisce tutto e se ne va: «Grazie, questa zona non mi interessa». Forse non erano sfuggiti al suo sguardo i materassi abbandonati nel cortile. I mobili rotti. Le lavatrici. La discarica a cielo aperto dentro quel condominio dove probabilmente Angelo voleva subaffittarle il suo appartamento, o peggio ancora, proporle una casa occupata abusivamente. «Con tutto quello che c'è intorno, proprio da me dovete venire? Io sono regolare, prendo il mio contratto e ve lo mostro». Angelo se ne va e non tornerà più.

Viale Zamagna, Viale Jonio. Via Ricciarelli, via Abbiati. È il quartiere più popoloso dell'Aler: in tutto 4mila abitazioni, 900 occupate in modo abusivo da egiziani, romeni, italiani. Nessuno di loro ha un contratto regolare. Non pagano le bollette, anche gli allacciamenti per l'energia elettrica sono abusivi. E i residenti hanno paura: «Non dormiamo. I bambini gridano nei cortili fino a mezzanotte» denuncia una signora che abita di fronte a via Ricciarelli 22, altro condominio in mano al racket. «Alcuni di loro sono armati, rubano e nascondono le biciclette del comune nei loro camper. Le forze dell'ordine? Ho chiesto aiuto a un poliziotto, mi ha risposto di vendere la mia casa». In viale Jonio 3 c'è un'intera scala occupata. All'ultimo piano è pieno di materassi. Li usano per dormire, il caldo di questi giorni non è sostenibile nelle case senza aria condizionata. «Urinano sulle scale» ci rivela una donna peruviana, l'unica con un contratto regolare in affitto. Al primo piano invece c'è una signora romena con tre figli. Continua a ripetere: «Per favore, per favore». Vive lì da un anno. «Non ho marito, mio figlio grande non c'è, fa l'operaio». Accanto a lei, una famiglia egiziana. «Da quanto siete qui?» la mamma scuote la testa, risponde uno dei suoi bambini, che parla un italiano perfetto: «Da tre anni. Siamo qui in cinque». La famiglia del secondo piano è originaria dello Sri Lanka. «Abusivi sì, ma paghiamo tutto, noi. Bollette, indennità, tutto». L'ultimo portone ha due segni a forma di X. E' così che il racket segna gli appartamenti da occupare. «Noi siamo pronti con gli sgomberi -spiega Altitonante- ma aspettiamo il Comune. Perché tanti hanno occupato con minori e senza i servizi sociali non possiamo agire».

In Consiglio regionale, Carlo Borghetti (Pd) aveva chiesto le risorse per l'abbattimento e la ricostruzione degli stabili di via Bolla, la cui situazione è simile a quella in zona San Siro. Forza Italia ne aveva chiesto la modifica, inserendo l'intervento preventivo dei servizi sociali per favorire lo sgombero. E l'ordine del giorno è stato ritirato.

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