Quanta rabbia a sinistra per il virus sconfitto

Quanta rabbia a sinistra per il virus sconfitto

I morti sono sempre troppi ed è terribilmente difficile e forse anche impossibile scrivere in un titolo che ieri in tutta la Lombardia ci sono stati «solo» dodici decessi da Covid-19. Perché anche un'unica vita persa è terribilmente troppo se strappata dall'assurdità di un virus uscito dalla pancia di un pipistrello per seminare morte e distruzione nell'umanità. E tante volte in questi mesi di grande dolore e a tratti di disperazione, ci è venuto da chiederci quale sia il significato di tutto questo.

Perché nella natura, sovrana nella sua superba magnificenza sia essa opera di un Dio infinitamente misericordioso o del darwiniano casuale big bang, è difficile trovare una qualunque spiegazione razionale a quello che sta capitando. Mentre assolutamente razionali sono i numeri di ieri: solo (anche se troppi) dodici morti in tutta la Lombardia e solo dodici nuovi contagiati in tutta Milano, uno degli epicentri della devastazione. Dati che meriterebbero il giubilo di politici di destra e di sinistra accomunati da grande, anzi grandissima gioia, titoloni sui giornali di qualunque parrocchia, trasmissioni che plaudano a una guerra che la Lombardia (da sola e senza aiuto dal governo) si avvia a vincere.

E invece no. Tranquilli che sulle prime pagine di questa mattina non troverete niente di tutto questo. Tutto nascosto, come dopo le troppe accuse al governatore Attilio Fontana che non avrebbe chiuso in una zona rossa Alzano, non avete trovato le parole della magistrata che l'aveva interrogato e subito dopo diceva che la decisione spettava al governo Conte e non alla Lombardia. Il motivo di tutto questo è sotto gli occhi di tutti (a parte i faziosi): il governo di centrodestra in una regione che la sinistra non vince da parecchi lustri e su cui vorrebbe tanto mettere le mani, l'invidia per quella che continua a essere la locomotiva d'Italia più agganciata all'Europa che all'Africa e così via. Per questo la tanta gente arrivata ieri in piazza Duomo per difendere la (ben nota) eccellenza della sanità lombarda e della giunta regionale con il governatore Fontana in testa, è stato come un balsamo gli artigli conficcati dai soloni della sinistra nella carne della dignità di un popolo che quelle accuse proprio non le merita.

Sono stati fatti errori? «Abbiamo sempre fatto il massimo e del nostro meglio - ha detto ieri l'assessore Giulio Gallera, crocefisso dagli avvoltoi della sinistra - in un momento drammatico in cui le scelte andavano prese in pochi minuti, ma con l'unico obiettivo di salvare le persone». Ci sono stati più morti che in altre regioni? Certo. Ma in Lombardia è caduta una bomba atomica, altrove solo una bomba a mano. Perché? Perché la Lombardia è la regione più dinamica ed economicamente più attiva e generosa d'Italia. E forse d'Europa.

E proprio per questo ha curato chiunque arrivasse soffocando e con la «fame d'aria» ai pronto soccorso. Senza chiedere chi fosse, a quanto ammontasse il conto in banca e da quale Paese arrivasse. Tutto il resto è rabbia. Solo miserevole (e sinistra) rabbia.

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