Quote rosa? Le manager sono già 60mila

Quote rosa? Le manager sono già 60mila

Di questo passo scatterà la rivendicazione delle «quote azzurre». Le donne imprenditrici a Milano e provincia sono già 57.600, rappresentano il 33 per cento del tessuto produttivo lombardo. E la giunta Pisapia venerdì ha deciso di assegnare alle aziende femminili punteggi più alti nei bandi e nelle iniziative legate allo sviluppo economico della città. Il Comune ha approvato infatti le linee d’indirizzo per individuare delle premialità a favore dell’imprenditoria rosa, forte soprattutto nel settore del commercio. E l’assessore alle Attività produttive Franco D’Alfonso lo presenta come un «segno di attenzione nei confronti delle donne manager, sempre più protagoniste dell’economia milanese».
Sono quasi sessantamila dunque le imprese o società a guida femminile. L’attività più diffusa è quella commerciale, circa il 27,1% dei casi, segue quella immobiliare (11,7%) e il settore manifatturiero (9,7%). Le titolari in quasi il settanta per cento dei casi hanno un’età compresa tra i trenta e 49 anni, le donne over 50 a capo di un’impresa o un negozio sono il 31,9%. Le linee guida della giunta sono il risultato di un confronto avviato nei mesi scorsi con le rappresentanze dell’imprenditoria femminile, coordinato dalla professoressa Francesca Zajczyk, ex consigliera comunale del Pd, che è la delegata del sindaco per le Pari Opportunità. Quindi, ribadisce D’Alfonso, in tutti i futuri bandi - dai fondi per lo start up delle aziende agli aiuti anticrisi - le donne manager partiranno con qualche punto di vantaggio sugli uomini. Discriminazione al contrario? «L’orientamento dell’Amministrazione comunale accoglie le linee d’indirizzo politico dell’Unione europea e il dettato costituzionale con l’obiettivo di valorizzare e promuovere la prospettiva di genere - precisa l’assessore -. Questo principio era già contemplato nel Piano generale dello sviluppo approvato dal Consiglio comunale lo scorso mese di marzo».
La giunta ha messo inoltre a disposizione, questa volta senza distinzioni di genere, 800mila euro a favore delle imprese penalizzate dai cantieri. Verranno distribuiti a cento imprese, selezionate con il bando avviato lo scorso novembre. Si tratta di ottanta tra negozi e servizi e venti attività artigianali. Risorse che potranno dare un pò di respiro ad aziende che insieme alla crisi hanno dovuto subire l’oscuramento delle vetrine o una strada a ostacoli per raggiungere l’ingresso. Gli aiuti erano rivolti ai titolari di piccole e medie realtà commerciali e artigiane «situate in aree interessate da cantieri pubblici che determinano la chiusura di strade, impossibilità di parcheggiare, disagi viabilistici». Il bando dava accesso complessivamente a circa 2 milioni di euro, 800mila provenienti da fondo regionale e 1,2 milioni dal bilancio dell’amministrazione, che ha sbloccato dunque la prima tranche con la delibera votata in giunta. Ribadisce D’Alfonso che ad usufruire del bando sono stati «gli esercizi di vicinato e medie strutture di vendita, le imprese artigiane, i pubblici esercizi e le imprese di servizi e somministrazione di alimenti e bevande oltre alle edicole».

Il contributo ha riguardato sia interventi materiali per migliorare locali e impianti o adeguare i negozi al risparmio energetico, per l’acquisto di arredi, dispositivi informatici o antirumore. L’entità massima del contributo è pari a diecimila euro.

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