Un piano di investimenti che ammonta «a circa 1.800 milioni nel triennio». Lassessore al Bilancio Bruno Tabacci in commissione cita il recupero delle aree dismesse, il landmark - unopera simbolo a futura memoria della giunta arancione - i nuovi treni del metrò. «Dopo una lunga stasi - legge dal testo - è necessario rilanciare con grande forza gli investimenti». Peccato, come precisa lonorevole dellApi andando qualche riga più sotto, che questo piano delle meraviglie firmato Pisapia e al voto oggi in giunta «si regge con dismissioni di patrimonio». Le due operazioni per cui «potrebbe essere importante lanciare un referendum» riguardano ovviamente «la vendita del 50,1% di Sea e la valorizzazione della Galleria, secondo lo schema proposto da Altagamma», la fondazione di marchi del lusso guidata da Santo Versace (un altro onorevole dellApi). E meno male che Tabacci e Pisapia appena arrivati a Palazzo Marino accusavano Letizia Moratti di costruire «bilanci virtuali». Il piano delle opere, citando Tabacci, «si regge» sulle due operazioni. Quella su Sea parte dallacquisizione del 14,6% delle quote degli aeroporti dalla Provincia «entro luglio». Il Comune cede alla società Asam il pacchetto di 18,6% di azioni e lo scambia con la partecipazione negli scali, versando il differenziale che nel Bilancio (mentre gli advisor incaricati dagli enti stanno ancora calcolando la plusvalenza) viene già calcolato in anticipo in 45 milioni di euro. Persino il vicecapogruppo Pd della Provincia, Roberto Caputo critica la sinistra a Palazzo Marino, «siamo di fronte a una confusione inaccettabile e imbarazzante, prima di parlare di cifre sarebbe stato più opportuno attendere le valutazioni degli advisor. E qualcuno parla di vendita della maggioranza, qualcuno di quotazione in Borsa». Con il 69% in mano, perchè così finirà secondo Tabacci, scatta la gara internazionale «fino a cedere una quota di maggioranza assoluta, pur mantenendo una partecipazione di rilievo», cioè il 18,9%. La somma a bilancio: oltre 750 milioni.
Ma «virtuali» anche secondo il capogruppo Pdl Carlo Masseroli, per cui «è molto difficile se non impossibile» che lo scambio con la Provincia vada in porto. Ma Tabacci è lanciato, guarda alla «costruzione di un polo aeroportuale del Nord». E la Galleria? «Dobbiamo vendere per reinvestire nelle periferie». Sottolineatura popular, per ribattere a Pdl e Lega che confessano: «Mai un bilancio così di destra negli ultimi anni».
Dopo Sea, Tabacci rilancia pure un referendum per la Galleria. La cessione degli scali «dovrà andare in porto per il 2013» perchè «senza questa vendita limpianto degli investimenti dovrebbe essere drasticamente ridimensionato». Sentire i pareri dei cittadini «è importante» e «saranno vincolanti». Ma sottolinea che «ci sono tre modi di consultazione previsti dallo statuto», uno è il referendum, gli altri ludienza pubblica o le assemblee nelle zone. A buon intenditor. Ma su Sea «la domanda posta deve essere precisa». La referendum-mania imbarazza il Pd. «Ancora quello su Galleria che è un simbolo, ma sugli scali non ha senso» avrebbe detto la capogruppo Carmela Rozza ieri allultimo acceso vertice tra sindaco e maggioranza per sciogliere i nodi, ma le posizioni sono rimaste le stesse: agli antipodi. Basilio Rizzo rimane contro la vendita del 50% e vorrebbero un referendum senza ipotesi prefissate, il Pd favorevole alla vendita, lIdv (polemico il segretario Stefano Zamponi) contro vendita Sea e contro referendum.
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