Dalla Regione un pacchetto di 20 milioni contro la crisi

Venti milioni di euro contro la crisi. La Regione lancia domani un nuovo bando (il terzo) per sostenere le imprese in difficoltà. «La Lombardia cresce meglio delle altre regioni d’Italia - puntualizza il governatore Roberto Formigoni -. I segnali positivi sono chiari ed evidenti, anche se questo non vuol dire che siamo già usciti dalla stagnazione». Il presidente assicura che il tema dell’occupazione viene tenuto «sotto stretta sorveglianza», e il sistema di aziende e artigiani sul territorio ha retto bene «anche grazie alla volontà indefessa dei nostri imprenditori che fanno di tutto per salvare la propria impresa». È per rilanciare la produzione che la Regione annuncia quindi l’avvio dei nuovi stanziamenti, che verranno distribuiti attraverso un bando aperto domani e per il quale sarà possibile presentare le domande a partire dal 9 dicembre. A questa e altre misure lanciate dal Pirellone «le Camere di Commercio hanno partecipato attivamente, conquistandosi un ruolo di rilievo: ciò rappresenta un esempio di integrazione tra le funzioni della Regione, delle Camere, degli enti locali e delle associazioni verso un unico obiettivo».
Alla Regione ha chiesto invece ieri un incontro il presidente della Provincia, per discutere del problema dell’Alfa Romeo di Arese, il cui Centro Stile rischia di essere trasferito a Mirafiori a partire dal mese di gennaio. Guido Podestà si è preso l’impegno con i rappresentanti di Fiom-Cgil, Flm-Cub e Slai-Cobas, che ha ricevuto dopo un presidio dei sindacati davanti a Palazzo Isimbardi. «Podestà - riferiscono le sigle - ha dichiarato che si impegnerà ad organizzare un tavolo comune con Fiat, la Regione, i sindacati e anche i Comuni coinvolti, per discutere dei trasferimenti che sono alla base di tutte le nostre richieste. Oggi stesso incontrerà Formigoni e ha promesso di parlargliene e di darci una risposta entro pochi giorni».

La Provincia «non può intervenire direttamente negli accordi con la Fiat ma la Regione sì - affermano -, ora è essenziale che ci si ritrovi tutti attorno ad un tavolo a discutere ed è proprio su questo che abbiamo voluto insistere».

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