«I pendolari rappresentano un costo importante per i bilanci dei Comuni, usano le infrastrutture ma non pagano le tasse.
È stato calcolato che nel bilancio del Comune di Milano la spesa per la popolazione non residente incide per il 10 per cento circa, con un valore assoluto di oltre 600 euro per pendolare l'anno.
Oltre 14mila arrivano da Sesto San Giovanni e più di 12mila da Monza, il censimento Istat 2001 ha quantificato che l'incidenza sulla popolazione residente degli spostamenti in entrata a Milano è pari al 34,71 per cento».
Partendo da questi dati, esperti e rappresentanti istituzionali, hanno discusso del depotenziamento del ruolo delle Province e delle prossime possibilità di governance. Nel corso del convegno «Da Provincia declassata a Città Metropolitana. Un'opportunità per Milano», è stata presentata la ricerca di Vittorio Ferri e Giancarlo Pola della facoltà di Economia dell'Università di Milano-Bicocca che propone come soluzione per il capoluogo lombardo la tassazione delle grandi superfici di vendita.
La ricerca si sofferma sulle dimensioni finanziarie della futura Città Metropolitana di Milano e propone appunto alcune soluzioni per sopportare il costo dei servizi di cui i migliaia di pendolari usufruiscono. Per compensarlo viene preso in considerazione come l'area metropolitana di Milano si caratterizzi anche per una forte concentrazione di grandi e medie strutture di vendita.
Al 30 giugno 2011 sul territorio della Provincia di Milano ne insistono infatti 1.261.452 mq (alimentari e non) ovvero il 34.07 per cento del totale regionale. La proposta è dunque quella che queste strutture, come già succede all'estero, possano costituire la base imponibile di un tributo proprio perla Città Metropolitana di Milano.
«La polarizzazione delle grandi superficidi vendita - dice Vittorio Ferri, docente a contratto di Programmazione economico-territoriale - genera esternalità negative non internalizzate dagli oneri di urbanizzazione che sono per i comuni una fonte di entrata una tantum».
«In un momento di crisi economica diffusa - aggiungono i ricercatori che hanno coordinato la ricerca - viene proposta una rimodulazione della tassazione immobiliare locale verso i promotori dello sviluppo immobiliare rispetto ai proprietari».
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