Rischio panico: due falsi allarmi bomba

Rischio panico: due falsi allarmi bomba

Certo: non è un modo rassicurante per cominciare. Soprattutto in considerazione che, in realtà, non si è ancora cominciato: all'ora x (il primo maggio, giorno dell'apertura officiale di Expo) mancano infatti ancora 5 giorni.

Eppure, dal punto di vista degli allarmi bomba (naturalmente falsi ma non per questo meno ansiogeni) ieri è stata la cosiddetta «giornata campale». Basti pensare che già alle 8.30 un anonimo ha telefonato allo Iulm (l'università di lingue e scienze della comunicazione che si trova alla Barona) per avvertire dell'esistenza di un esplosivo all'interno dell'università. Nella telefonata, raccolta da un addetto alle pulizie nel padiglione 5 di via Santander, la voce maschile ha ripetuto: «Allarme bomba, allarme bomba». Subito la polizia ha fatto evacuare il padiglione ma, eseguiti i controlli degli artificieri, non è stato trovato nulla. Successivamente è stata messa a punto un'ulteriore verifica nell'intera università, stavolta però senza evacuazione, che ha avuto ancora un esito negativo. A quel punto, docenti e studenti sono potuti rientrare negli edifici.

Alle 11 circa è stata la volta della sede centrale della Banca Popolare di Milano, in piazza Meda. L'istituto ha chiamato la polizia, avendo ricevuto intorno alle 11 la telefonata di un anonimo che segnalava la presenza di un ordigno all'interno dello stabile. A quel punto c'è stata l'evacuazione del centralissimo istituto di credito e tutti i dipendenti e i clienti sono stati fatti uscire in fretta e furia per lasciare posto agli artificieri e dar modo loro di svolgere le opportune operazioni di bonifica dell'area. Anche stavolta si è trattato di un nulla di fatto.

La strategia della tensione funziona sempre, figuriamoci in prossimità di occasioni di grande richiamo. Chiunque sa che quando arriva una telefonata anonima che segnala la presenza di un qualsivoglia ordigno le forze dell'ordine che vengono allertate devono, senza eccezione alcuna, far evacuare l'area, cinturarla con i cordoni sanitari per sbarrare il passaggio a tutti, anche a chi (la maggioranza) ignaro di quel che sta accadendo, arriva in zona pensando di potersi muovere come vuole o senza comprendere subito che c'è un allarme in corso. Quindi il traffico attorno all'area interessata viene deviato e si provvede alla bonifica. E se qualcuno voleva creare apprensione e caos, non si può certo negare che abbia centrato l'obiettivo. Con Expo le forze dell'ordine si aspettano che episodi di questo genere siano frequenti anche se, com'è ovvio, scongiurano questa possibilità.

«Se ci fossero allarmi bomba a catena si rischia infatti - spiegava un operatore della centrale della questura ieri mattina - di impiegare un numero di forze inutilmente e potrebbe sfuggire “il polso” del vero pericolo, nel caso si dovesse verificare».

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