«Roma ci porta via 58 auto»

I 250 uomini in più su Milano...«Quello che non vi dicono è che, nel frattempo, ne sono andati via altrettanti, con anche 15 anni di servizio, tornati a casa loro o trasferiti a Roma! Arrivano dei ragazzini appena usciti dai corsi. Che hanno bisogno di essere addestrati sul campo. Così non solo torniamo al numero di prima, andiamo pari, ma perdiamo in esperienza. Senza contare che serve personale per addestrare i nuovi arrivi. Risultato: ancora meno uomini da impiegare nell'allarme terrorismo».Ma lei non è mai contento...«Tutti i sindacati hanno criticato il fatto che le 58 auto ricevute in prestito dal Dipartimento per Expo e distribuite alla Mobile, alla Digos e ai commissariati in perenne crisi di auto stanno per essere restituite alla Capitale per il Giubileo. Le pare il momento più opportuno?».Emanuele Brignoli, 45 anni, ispettore capo in servizio alla squadra mobile di Milano, è il polemico segretario generale regionale Lombardia del sindacato Ugl polizia di stato.I problemi più seri, però, pare di capire, non sono tanto a Milano, ma in provincia e in Lombardia, no?«Certo, perché qui, gratta un po' qua e gratta un po' là, i servizi si fanno. Anche se mi dicono, ad esempio, che gli artificieri in questi giorni stanno impazzendo per arrivare ovunque».I vertici cosa fanno nelle altre province?«Prefetti e questori si limitano a scrivere circolari per intensificare servizi già deboli in precedenza per il poco personale, soprattutto nei punti istituzionali. Quando i fatti di Parigi hanno dimostrato invece che gli attentati avvengono nei bar, nei teatri».Lasciando da parte il discorso Milano per un momento, qualcuno che si distingue ci sarà in Lombardia...«Ma certo. La squadra mobile di Lecco fa servizi di osservazione in borghese nei grossi centri commerciali francesi, i Carrefour».Per un vero «cambio di passo» cosa servirebbe secondo lei?«Maggiori investimenti nel campo delle dotazioni personali e dei mezzi. Un reale controllo del territorio con aumento di personale in strada e intensificazione delle indagini con una pianificazione a livello centrale degli obiettivi in relazione all'andamento dei reati. Bisognerebbe inoltre sostenere concretamente il personale delle forze di polizia (assistenza legale, più motivazione) e concentrare l'attenzione sui reati che offendono il patrimonio, anche con violenza alle persone. Ci vorrebbe la certezza della pena e non indulti, svuota carceri e archiviazione dei reati stabilite con leggi inique. La migliore arma è la prevenzione e questa si fa 360 giorni l'anno.

Spero che gli attentati terroristici abbiano avuto almeno un effetto positivo: svegliare chi ci ha governato negli ultimi 15 anni e che ha pensato alla sicurezza delle libertà come a un costo da tagliare e non a una risorsa necessaria su cui investire costantemente».

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