Walker Meghnagi, ex presidente della Comunità ebraica, in carica dal 2012 al 2015, la soddisfa la posizione di Sala sul corteo anti-Israele?
«No, intanto arriva 25 giorni dopo la manifestazione e questa è una cosa assurda. Secondo, il sindaco non dice una cosa molto importante, per esempio: al corteo c'era anche l'imam di Firenze, un'autorità dell'islam».
...e c'erano altri imam...
«E un conto è manifestare democraticamente contro una decisione, di Trump in questo caso, altro inneggiare alla morte, alla violenza, all'odio. E non ho sentito condanne del governo o della presidente della Camera».
Il segretario del Pd parla di «deriva xenofoba e antisemita di matrice neofascista».
«Ma cosa c'entra? Non c'entra niente il neofascismo. È ora di smetterla con queste etichette, è stata una manifestazione antisemita e basta, chiamiamo le cose col loro nome, prima che diventi troppo tardi, prima che finisca male come in altre Paesi, cosa che finora non è accaduta grazie alle nostre forze dell'ordine. Se ci vuole una presa di posizione che la si faccia, Sala non lo ha fatto, lo terremo a mente».
Sembra che nessuno a sinistra voglia pronunciare la parola islam, Sala non lo ha fatto neanche durante la Giornata della cultura ebraica, quando invece il ministro Minniti citò «il terrorismo internazionale e il radicalismo jihadista». Perché Sala non lo fa?
«Bisogna chiederlo a lui. Questa giunta si regge su persone che non possono dire la realtà delle cose. E non c'è stato un imam che abbia avuto il coraggio di dire che Trump ha sbagliato, se è questo che ritiene, ma che gli italiani di religione ebraica, perché di questo si tratta, non c'entrano nulla. Mi rincuora che presto ci saranno le elezioni».
Presto ci sarà anche la Giornata della memoria. Doveroso commemorare ma non è ipocrisia ricordare gli ebrei perseguitati in passato senza difendere gli ebrei e Israele dalle minacce di oggi?
«Sì, io parlo da cittadino, non a nome della Comunità, ma a me suona strano che chi non ha il coraggio di chiamare le cose col loro nome poi abbia il coraggio di presentarsi a queste occasioni, a queste commemorazioni».
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