Si continua a predicare bene, e verde, e si razzola molto meno bene. Si castigano i privati che inquinano ma poi si chiude un occhio sulle cose pubbliche. Vale per i bicchieri di plastica, e vale anche per le caldaie. Almeno otto scuole milanesi infatti, risultano alimentate con vecchi impianti a gasolio. Quattro di queste si trovano in Zona 5, quella messa peggio. E lo stesso, pare, accade per gli uffici comunali di via Treves, via Palermo, via Filangieri e via Leopardi. A volte, poi, non essendo regolabili le temperature, si tengono le finestre aperte per il troppo caldo.
Si ripete anche su questo fronte, insomma, quanto si è visto con le famose borracce distribuite nelle scuole per evitare il consumo di bottigliette di plastica, quando poi nelle stesse scuole le famiglie vengono invitate a portare bicchieri «usa e getta», mentre in un istituto il soffitto del refettorio si sbriciola e quindi non viene servita l'acqua nelle brocche, e si utilizzano solo lì, ogni giorno, 300 bottigliette.
Normale che qualcuno parli di ipocrisia. Il Comune ha dichiarato guerra alle auto, in particolare ai diesel. E applica uno sguardo severo sui comportamenti dei cittadini, per verificare se consumano, se sprecano e se inquinano. Negli ultimi anni in particolare Palazzo Marino si è specializzato in questo approccio occhiuto e un po' punitivo nei confronti soprattutto dei milanesi che si spostano - per lavoro o per diletto - con l'auto.
A questo approccio ha dato voce anche il sindaco Beppe Sala, che è parso molto convinto di recitare la parte dell'ambientalista, in particolare quando ha visto le manifestazioni dei ragazzi mobilitati dal fenomeno Greta Thunberg, ai quali si è esplicitamente proposto come «interlocutore».
E un sindaco interlocutore delle piazze di Greta può forse disinteressarsi dei riscaldamenti privati dei milanesi? Certamente no, infatti Sala ha invitato a usare le caldaie con «parsimonia». Lo ha fatto pochi giorni fa, visto che dal 15 ottobre - per legge - si possono accendere le caldaie nei condomìni. «Serve un po' di cautela per le nostre tasche e anche per l'ambiente - ha dichiarato il sindaco nel corso dell'inaugurazione di un condominio esempio di riqualificazione energetica - Questo tema del 15 ottobre, di accensione delle caldaie, è totalmente anacronistico. Lunedì sera c'erano ancora 19 gradi - ha detto in quella occasione - viviamo in una realtà in cui il clima è cambiato anche da noi, un po' di saggezza e un po' di collaborazione non guasterebbero».
Eppure lo stesso Comune che è così severo con le caldaie altrui, si mostra più comprensivo con le proprie. Solo nel Municipio 5, infatti, risulta che ci siano quattro scuole alimentate con vecchi impianti a gasolio. L'assessore alla Scuola del Municipio 5, Silvia Soresina, conosce bene la questione: «La scuola Brunacci, primaria, la Brunacci due, infanzia, la scuola Gentilino e la scuola Sant'Abbondio sono in questa situazione. Via Gentilino tre anni fa è stata rifatta a gasolio, in via Brunacci, un grosso stabile, sono stati deliberati due anni e mezzo i restauri conservativi, si dovevano rifare gli impianti e sono bloccati. La Sant'Abbondio, che risale agli anni Settanta, dovrebbe essere completamente rifatta.
Ma il problema del riscaldamento eccessivo, non controllabile, risulta anche in tre scuole di Città metropolitana, quindi sotto la diretta responsabilità di Sala, lo stesso che dice ai milanesi di calibrare il riscaldamento. Non mi pare coerente. Si fa la lotta alle auto ma ci sono molti altri aspetti importanti, il riscaldamento è uno di questi. E non solo quello privato».
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