Sale l'allerta a Milano Aeroporti e stazioni sotto stretto controllo

Ieri nuovo maxi-vertice sulla sicurezza Inasprite le misure di prevenzione Il Comune chiede 150 militari di Expo

Il rafforzamento delle misure di sicurezza era già stato disposto venerdì in tarda serata, con lo schieramento dell'esercito in stazione Centrale, dopo che le immagini delle tivù francesi avevano invaso l'intimità delle nostre case, insinuando sdegno e paura negli animi di tutti. Già quando ancora Oltralpe non c'era un bilancio ufficiale delle vittime e dei feriti e non si sapeva come e quando quella notte di sangue parigina si sarebbe conclusa, la Polfer di Milano aveva intensificato le verifiche sui passeggeri e le merci in partenza su treni diretti o provenienti dall'estero. Infine, da ieri mattina all'alba - cioè da quando il Comitato per l'ordine e la sicurezza si è riunito in seduta permanente in prefettura (per sciogliersi solo una volta individuate le misure necessarie) - c'è stata un'ulteriore giro di vite, cioè un'intensificazione del sistema di sicurezza generale e la massima sensibilizzazione nell'attività di prevenzione e di controllo del territorio. In questo fosco paesaggio di inasprimento delle misure di difesa e prevenzione a tutela di un senso di tranquillità arduo da ristabilire la Centrale e l'aeroporto di Linate e Malpensa assumono un ruolo preminente.

Insomma a Milano, dopo la strage di Parigi, nessuno è più veramente tranquillo. E anche la tanto chiacchierata «percezione della sicurezza» sarà un termine che per un po' metteremo da parte visto che siamo giunti a un passo dalla presenza dell'esercito in strada. Il cielo plumbeo e carico di umidità che da ieri copre la città non fa che ingigantire il senso opprimente di impotenza che pervade un po' chiunque contro quella che non è più solo «la minaccia» terroristica dell'Isis, ma una realtà fin troppo concreta, così agghiacciante e subdola che potrebbe insinuarsi da un momento all'altro (chi può escluderlo a priori?) anche nelle nostre strade, nei nostri ristoranti, nei nostri stadi, nelle sale concerto e nei cinema.

Al Comitato straordinario di ieri a palazzo Diotti si sono riuniti proprio tutti. E stavolta, senza voler minimamente sminuire nessun episodio di violenza, non è stato per un'aggressione in strada dal movente ancora dubbio. In corso Monforte c'erano quindi tutti i vertici provinciali delle forze di polizia, sono intervenuti il ministro alle Politiche agricole e forestali, Maurizio Martina, il presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni, il sindaco di Milano, Giuliano Pisapia e naturalmente il console generale di Francia a Milano, Olivier Brochet, al quale sono state espresse la solidarietà e la vicinanza delle istituzioni in questo momento doloroso e tragico per il popolo francese mentre il questore Luigi Savina ha assicurato che il livello di sicurezza in città sarà «assolutamente aumentato», in particolare per difendere gli obiettivi sensibili francesi. Palazzo Marino, attraverso l'assessore alla sicurezza Marco Granelli, ha chiesto di mantenere in città almeno 150 dei circa 600uomini inviati a Milano per la sicurezza di Expo.

«I luoghi scelti e le modalità utilizzate per questa strage del nuovo terrorismo mondiale rendono evidente la complessità di quello che purtroppo abbiamo di fronte - ha spiegato il ministro Martina -. Di certo, si impone un salto di qualità politico per l'Europa. E va determinato subito un nuovo scenario internazionale più consapevole della minaccia radicale che abbiamo di fronte in Medio Oriente con l'Isis. Europa, Usa, Russia, Cina devono marciare uniti.

Occorrono davvero nuove responsabilità e azioni. Unendo le forze dei tanti che vogliono reagire, guardando in faccia gli errori del passato per non ripeterli e riconoscendo che questa sfida di libertà e democrazia ci riguarda tutti ovunque».

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