Salvini a Milano con Orban La sinistra protesta in piazza

Il ministro incontra il premier ungherese in prefettura Sit-in di Pd e sindacato. Arrivano anche i centri sociali

Alberto Giannoni

«Dobbiamo essere in tanti», «facciamo che riempiamo la piazza?». Stavolta ci tengono: si capisce subito che aria tira a sinistra. Martedì protesteranno contro Matteo Salvini e lo faranno per esserci, per far vedere che sono politicamente vivi, per farsi sentire.

I «Sentinelli» e il comitato «Senza muri» organizzano un sit-in a San Babila, cui aderisce il Pd. Per altro verso ci sarà anche la rete «Nessuno è illegale», vale a dire le sigle «antirazziste», i comitati e i cosiddetti centri sociali, che come noto annoverano anche diversi esagitati (oltre agli abusivi).

La mobilitazione è partita dopo l'annuncio di un vertice in prefettura con Salvini. Il ministro martedì pomeriggio arriverà a Milano per incontrare Viktor Orban, il premier ungherese che è fra i leader del «gruppo Visegrad». Con Orban - spiega Salvini «c'è la condivisione di difendere le frontiere esterne». A causa della sua linea dura sull'immigrazione, il capo della Lega è nel mirino della sinistra. Contro di lui, poi, c'è tutto un mondo che è favorevole a una maggiore apertura dei confini italiani, per ragioni ideologiche e non solo. Adesso il vertice con Orban, esponente della destra europea, prefigura uno spostamento delle alleanze internazionali dell'Italia. Ce n'è abbastanza per scatenare le reazioni della sinistra. «Due muri a confronto e un'idea d'Europa sovranista e nazionalista che non ci appartiene» dicono Sentinelli e Insieme senza muri, organizzando il presidio «Europa senza muri», «a pochi metri da Salvini e Orban», per «ricordare a entrambi il valore della solidarietà e dell'accoglienza». «Facciamo che smettiamo di indignarci qui dentro e riempiamo Piazza San Babila?» la speranza di Luca Paladini, leader del gruppo dei Sentinelli. Fra e prime adesioni, quelle del Pd e della Cgil.

Più battagliero, dall'estrema sinistra, l'appello della piattaforma «Nessuna persona è illegale», che avverte: «Per i fascisti e i loro lager non c'è posto, né nella nostra città né altrove: cacciamo i fascisti, chiudiamo tutti i Cpr». Il riferimento è ai Centri di permanenza per il rimpatrio, ma in discussione c'è tutto. Orban e Salvini, per quest'area antagonista, sono «simbolo di una Europa che alza barriere, che soffia sul vento del diverso e che procede sempre più verso una progressiva sospensione dello stato di diritto», «un'Europa in cui movimenti xenofobi e apertamente razzisti hanno sempre più voce in capitolo».

La rete vorrebbe fare un «allenamento dimostrativo» addirittura «sotto la prefettura». «Ci vediamo martedì in San Babila - l'appello - per avvicinarci il più possibile alla prefettura. Speriamo di vedervi in molti». Il timore di tensioni c'è. E non è difficile immaginare che uno schieramento di forza pubblica sorveglierà sulla tranquillità dei milanesi.

La polemica politica è un'altra cosa. E non manca.

Il capogruppo leghista Alessandro Morelli contrattacca: «Scopro che il Pd milanese, quello che non si accorge degli stupri, delle violenze in metropolitana, dei morti al boschetto di Rogoredo ecc, ha del tempo da perdere per manifestare contro l'incontro tra Salvini e Orban». «Non perdono occasione per dimostrare che la loro priorità è l'invasione clandestina. Pensassero a lavorare per i milanesi e gli italiani».

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