«Chi litiga allontana la gente: il messaggio lo abbiamo ricevuto forte e chiaro». Così il vice segretario federale della Lega Matteo Salvini ha attribuito ai dissidi interni la responsabilità della «vera batosta» rimediata dal Carroccio anche ai ballottaggi per le amministrative. «Mi spiace per Brescia e Treviso, città che la Lega ha saputo trasformare», ha detto ieri Salvini nella sala stampa allestita nella sede di via Bellerio. Ma «quando litighi e non dai risposte concrete, il risultato è questo: il non voto. Già pronta la ricetta per il futuro da consegnare ai rissosi colonnelli del partito. «Dobbiamo tapparci la bocca - ha continuato Salvini - dobbiamo guardare avanti: fra oggi e domani, nessuno dica È colpa di Tizio o di Caio. Chiunque abbia voglia di guardare indietro sbaglia. Quando esci sui giornali per come litighi e non per le cose che fai, è chiaro che la gente non ti vota. Abbiamo perso. Rifletto, ma non mi scoraggio. La battaglia continua!». Il segretario Roberto Maroni, invece, si affida alla rete. «La Lega deve ripartire.
Siamo nella fase del ricambio generazionale, si riparte con nuovi stimoli e nuovi obiettivi», ha scritto il segretario federale riportando su Twitter le parole del governatore veneto Luca Zaia. «Condivido», ha concluso Maroni.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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