Maria SorbiLa Regione Lombardia vuole il bollino di qualità sugli appalti. Soprattutto su quelli della sanità, per evitare nuovi «giri» come quelli sui servizi odontoiatrici e le dentiere low cost. Entro l'inizio di giugno verrà individuata una società di revisione «che certifichi tutte le procedure ma che proceda anche a una valutazione della loro efficacia, indicandoci un benchmark europeo per garantire maggiore trasparenza rispetto a quanto chiesto dalla legge». Il presidente lombardo Roberto Maroni ha scelto la linea dura e vuole riformare per intero il sistema, facendo pulizia in ogni angolo. L'arresto del suo braccio destro Fabio Rizzi e la scoperta del sistema di tangenti che aveva messo in piedi lo hanno colpito personalmente e politicamente. Ora si svolta. O almeno tra un po'. «Ci vorranno al massimo dodici mesi di lavoro - spiega il presidente regionale - Sono 54mila i contratti attivi nel sistema regionale. È un lavoraccio ma è giusto farlo». Ogni documento verrà passato ai raggi X, senza sconti per niente e nessuno. La giunta lombarda ha anche deciso di estendere la pratica del whistleblowing (il «soffiatore di fischietto») ai dipendenti di tutto il sistema regionale: chi si accorgerà di qualche procedura poco chiara negli appalti e sospetterà qualche «inciucio» dovrà lanciare l'allarme. Quanto all'istituzione di un'authority regionale anti-corruzione, l'Arac, Maroni giovedì discuterà del progetto col ministro per gli Affari regionali, Enrico Costa. E martedì 15 ci sarà la discussione finale in Consiglio regionale. «Sarà un'autorità che non sostituisce l'Anac di Raffaele Cantone ma aggiungerà forza e risorse al suo lavoro».I grillini, che non potranno partecipare alle votazioni di oggi per il cartellino rosso ricevuto a causa della condotta tenuta durante l'ultima seduta, annunciano che non saranno presenti in aula nemmeno per discutere dell'Arac. «Non partecipiamo all'ennesima farsa di Maroni - denuncia il consigliere Silvana Carcano - Arac così come immaginata è uno specchietto per le allodole che serve solo al presidente e ai suoi per fingere di contrastare la corruzione che il suo partito ha portato nella sanità lombarda». «Maroni - punta il dito il capogruppo del Pd Enrico Brambilla - vuole a tutti i costi creare un nuovo carrozzone e non gli importa se tutte le funzioni dell'agenzia regionale sono già di competenza dell'Anac». Ma le critiche non sembrano fermare Maroni. Che non è nemmeno spaventato dal rischio che il Governo impugni il provvedimento.
«Quante leggi della Regione Lombardia sono state impugnate dal Governo? Alcune sono state impugnate poi c'è stata la trattativa e l'impugnativa è stata ritirata. Anche la legge di evoluzione del sistema sociosanitario - ha ricordato - voleva essere impugnata da Palazzo Chigi. Sono intervenuto io e il Governo non l'ha impugnata. Così succederà anche per l'Arac».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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