"Sarebbero da abbattere anche molti condomini"

L'ingegnere indica le strutture che hanno più di 50 anni e avverte: il rischio zero non esiste

"Sarebbero da abbattere anche molti condomini"

Professore incaricato del corso di Infrastrutture, Viabilità e Trasporti del Politecnico per anni, ingegnere e relatore per la ricerca sui ponti del Po per Regione Lombardia e la società Trt Fabio Torta sparge sale sulle ansie del momento in tema di infrastrutture. Non ci sono solo ponti da abbattere e ricostruire, ma anche molti condomini.

L'ingegnere parte specificando che la «situazione infrastrutturale è buona, nonostante si innegabile che l'evento ci sia stato (il ponte di Annone ndr), ma il vero problema è essere attenti con continuità alle questioni manutentive». Torta ha infatti collaborato alla stesura di più di un elenco, o database, di infrastrutture e delle loro condizioni. Ma, come per i ponti sul Po, anche se esiste uno studio unitario «poi ci sono molteplici gestori» e non c'è nessuno che curi l'aggiornamento del database. «Non servirebbe un lavoro giorno per giorno - spiega l'esperto - ma almeno una volta ogni sei mesi o ogni anno». Altrimenti il rischio vero è di continuare a stilare studi tra una tragedia e l'altra che, pare strano dirlo oggi, «fortunatamente sono relativamente rare». Senza contate che anche quando si arriva alla tragedia spesso manca la chiarezza degli intenti: «Oggi è più facile chiudere un'infrastruttura, però la difficoltà, anche per la nostra struttura normativa, è la soluzione alternativa». Il caso ligure è emblematico: se in tempi brevi non si fornirà una visione chiara di ciò che il governo vuole fare si potrebbe arrivare allo «spostamento dei traffici marittimi» e nel frattempo servire Genova e la Liguria costerà di più. Il rischio in questo caso è un affossamento decennale della regione. E la forza che solo la politica può avere, manca anche in altri casi. Quello che bisognerebbe fare in mondo ideale «è avere il coraggio politico oltre che tecnico di chiudere certe infrastrutture per poter lavorare sull'esistente» in maniera efficiente. E nel caso «abbattere e ricostruire». Ma il discorso non si ferma ai ponti: «Bisogna capire che tutto ha una vita: come moltissimi ponti andrebbero ricostruiti per limitare i rischi al minimo, penso alle nuove tecniche antisismiche, lo stesso discorso andrebbe applicato alle abitazioni, ma temo che chi si scandalizza per i ponti non avrebbe la stessa opinione a proposito del proprio condominio». La vecchia sindrome Nimby.

Insomma o si affrontano costi altissimi o una visione diversa della realtà: «Da ingegnere so che il rischio zero non esiste ed è qualcosa che giornalisti e lettori dovrebbero accettare, provo a spiegare: secondo un regola generale il trasporto su ferro è più sicuro per il trasporto di materiali pericolosi, ma l'incidente di Viareggio e di Bologna hanno dimostrato il contrario - precisa Torta - quindi possiamo imparare dagli incidenti» ma è impossibile prevenirli tutti.

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