Scoperta la stamperia dei falsi euro

Scoperta la stamperia dei falsi euro

Quando la polizia ha fatto irruzione nella sua «tipografia» ha scosso sconsolato la testa perché le banconote false che stava confezionando non erano ancora perfette come volevo lui. Così gli agenti, mentre gli stringevano le manette ai polsi, hanno dovuto anche consolarlo: «Ma no, sei stato bravissimo, solo un esperto può distinguere le tue da quelle stampate dalla Zecca». E in effetti dopo l'arresto ha dovuto intervenire la scientifica per distinguere le banconote vere e quelle false.
E in effetti Salvatore Nanfra, siciliano di 57 anni, da tempo trapiantato in Lombardia, è considerato un piccolo artista delle falsificazioni. Un'attività a cui si dedica da tempo e che lo ha già portato ad altri soggiorni nelle carceri italiane, nonostante la sua bravura e la sua maniacale prudenza. A lui gli investigatori del commissariato Garibaldi-Venezia sarebbe infatti giunti quasi per caso, seguendo la pista di un traffico d'armi. Poi, tra una soffiata e l'altra, gli uomini del dirigente Raffaele Cavallo e del commissario capo Mario Irace, sono riusciti a individuarlo: niente pistole o mitragliatori, ma inchiostri di alta qualità, pellicole in acetato, carta e apparecchiature sofisticate. Merce per almeno 20mila euro e non di facile reperimento sul mercato ufficiale.
Nanfra, ufficialmente residente a Milano, era sotto controllo da una un paio di settimane durante le quali è stato seguito tra l'abitazione Certosa di Pavia, un magazzino di Casarile, sempre nel pavese, e il parcheggio di un Mc Donalds dove è stato fotografato mentre mostrava un campione di 50 euro a un cliente. Se fosse andata bene la trattativa, avrebbe poi piazzato il «prodotto» a circa 15 euro. Quando gli investigatori hanno ritenuto di avere tutte le prove in mano, sono andati a prenderlo. La polizia scientifica ci ha messo cinque ore per catalogare e sequestrare tutto l'armamentario. In particolare è stato necessario un lungo esame per stabilire che 9 mila euro, trovati in mezzo a quelli falsi, era invece veri. Forse il pagamento di una prima partita di banconote contraffatte.
Un vero «mago» dunque il Nanfra anche se non era ancora soddisfatto del suo lavoro «Vedete - ha detto ai poliziotti - l'oleogramma delle banconote non mi è ancora venuto bene». E i tecnici della scientifica hanno dovuto consolarlo: «Guarda che i tuoi soldi non si distinguono da quelli veri». E in effetti tutto il resto era perfetto: carta filigranata, colori, filo d'argento.

A riprova della meticolosità e della prudenza del falsario, gli agenti hanno trovato anche le tracce di una trattativa per l'acquisto di un «jammer», per disturbare le radiofrequenze e impedire sia le intercettazioni ambientali sia la localizzazione con il «gps».

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