Sea, dall'azienda via ai licenziamenti

Sea, dall'azienda via ai licenziamenti

La vittoria a sorpresa dei «duri» del sindacalismo di base non lascia spiragli di trattativa: e per gli aeroporti milanesi si apre un periodo di scontro frontale, una battaglia dagli esiti imprevedibili nel pieno della stagione turistica. Dopo che il referendum ha bocciato con il 61 per cento di no l'ipotesi di accordo sulla ristrutturazione del comparto handling firmata dai sindacati confederali con la Sea, ieri il consiglio di amministrazione della società aeroportuale ha formalizzato l'apertura delle ostilità, dando mandato al presidente della società Pietro Modiano di dare il via al progetto «Airport Handling», che prevede la chiusura della vecchia società di movimentazione delle merci e dei colli e il licenziamento dei dipendenti.
Quello che si annuncia è dunque un periodo tempestoso, la cui eco si sta già sentendo a Palazzo Marino: il consigliere di opposizione Riccardo De Corato sta premendo in queste ore per una riunione straordinaria del consiglio comunale dove il sindaco Pisapia venga a riferire; per il momento, l'unica cosa certa dovrebbe essere una riunione di commissione fissata per questa mattina, cui ha promesso la sua presenza il numero uno di Sea, Modiano; ma non è detto che De Corato si accontenti.
Nel suo comunicato di ieri, Sea ribadisce che « verranno posti in essere tutti gli adempimenti necessari per rendere operativa la nuova società nella condizione di piena efficienza e sostenibilità economica, in coerenza con gli impegni assunti dal governo con la Commissione europea». È la conferma che secondo Modiano non ci sono, a questo punto, più trattative praticabili. Il rifiuto da parte dei lavoratori di esplorare strade d'uscita morbide - licenziamento e riassunzione di 1.700 lavoratori, garanzia del posto in cambio di otto giorni di lavoro in più all'anno e del blocco degli stipendi per due anni e mezzo - ha come conseguenza inevitabile l'avvio dei licenziamenti. Uno scenario non dissimile da quello vissuto due anni fa all'ospedale San Raffaele, quando l'accordo sindacale venne respinto dal referendum interno e partirono i licenziamenti. I lavoratori, poi, ci ripensarono.
A Linate e Malpensa, invece, almeno per ora non ci ripensano. Anzi in un comunicato la Cub canta vittoria per la bocciatura del «diktat autoritario», e invita i lavoratori «a restare uniti e a essere pronti a attuare tutte le legittime iniziative di lotta». I sindacalisti di base sostengono che con il loro voto i dipendenti di Sea Handling hanno difeso « il loro salario e le loro condizioni lavorative, in un settore dove tutti i soggetti fanno profitti». E ricordano che prima di arrivare ai licenziamenti l'azienda dovrà passare per lunghe e complesse procedure, tra cui il tavolo di confronto in Regione.


Rilevante diventa dunque la presa di posizione di ieri del presidente della Regione Roberto Maroni, che si troverà a fare da mediatore nello scontro tra sindacati e Sea: e che ha già fatto sapere di essere «negativamente colpito» dalla bocciatura dell'accordo ma di essere anche contrario alla chiusura di Sea Handling, «che avrebbe un impatto fortemente negativo anche sull'indotto di Malpensa». Anche di questo Sea dovrà tenere conto.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica