Sea, polemica sull'indennizzo d'oro di Bonomi In caso di uscita 1,7 milioni di risarcimento

Sea è in fase di rullaggio: il decollo a Piazza Affari è fissato il 6 dicembre. E ieri è iniziato ufficialmente il roadshow, il periodo di offerta pubblica di vendita e sottoscrizione dei 58 milioni e 520mila azioni, finalizzata all'ingresso in Borsa. Ma il prospetto sulla quotazione della società che gestisce gli aeroporti Linate e Malpensa ha ri-aperto le polemiche sullo stipendio d'oro di Giuseppe Bonomi, presidente e amministratore delegato. Si scopre infatti che la eventuale mancata riconferma nel suo ruolo farebbe scattare un maxi-indennizzo di oltre 1,7 milioni di euro, che potrebbe fare del manager, destinatario nel 2011 di una retribuzione di circa 900 mila euro (incluso un bonus di 260 mila), uno dei dirigenti pubblici più pagati in Italia in tempo di crisi. Per quanto riguarda la retribuzione 2011, Bonomi ha percepito 44.700 euro come presidente (stipendio a cui ha rinunciato dall'agosto dello scorso anno), 600mila come compenso fisso da direttore generale più un bonus di 262.200 euro (il 43,7% della retribuzione fissa) per il raggiungimento di alcuni risultati aziendali (Sea ha chiuso il 2011 con un utile in calo del 14,6%, un mol piatto e ricavi in crescita del 4,9%). Nel 2008, pensando a una possibile uscita del manager, è stato blindato il contratto, avallato dall'allora sindaco Letizia Moratti, con «un'indennità risarcitoria forfettaria commisurata alla retribuzione fissa e variabile pari a 24 mensilità». L'indennità scatta quando «per qualunque ragione e/o causa» cessi il rapporto da consigliere o dg. Eventualità che potrebbe realizzarsi l'anno prossimo, quando scadrà il consiglio di Sea. La società precisa che come dg Bonomi ha un contratto di lavoro disciplinato da quello nazionale dei dirigenti dell'industria, il numero delle mensilità dell'indennità risarcitoria sono quelle previste dal Ccnl per interruzione del rapporto di lavoro.

La carica di presidente scade con l'approvazione del Bilancio 2012 e il suo incarico di dg è legato ad essa con una apposita clausola di connessione. Quindi «la mancata conferma determina automaticamente la risoluzione del rapporto come Dg».

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