Segrate, la sinistra blocca il futuro della città

Con il nuovo sindaco Micheli si ferma un innovativo progetto edilizio

Un piano urbanistico «sospeso», anzi bloccato, senza tante spiegazioni ai residenti. E ora la prospettiva di ricadute pesanti, non solo sui cittadini ma sul Comune. Segrate è in subbuglio per il caso «Milano 4 you». E la scelta dell'amministrazione comunale appena insediata (e di centrosinistra) rischia di aprire, in tempi brevissimi, una vera e propria battaglia legale.La vicenda è complessa, ma i segratesi la conoscono bene. Al centro c'è un piano integrato di intervento, presentato agli uffici comunali esattamente un anno fa, per i terreni della Boffalora, una zona al confine con Pioltello e Vimodrone che negli anni precedenti era stata al centro di un'operazione immobiliare iniziata nel 2003 e mai portata a termine. Alla fine del 2014 è subentrata nell'affare la tedesca Poenix Gmbh, per attuare un progetto articolato su residenziale, terziario, commerciale, alloggi universitari, housing sociale, centro sportivo, residenza per anziani, scuole e centro civico). Sulle ceneri dell'incompiuta Santa Monica avrebbe dovuto nascere, insomma, un progetto innovativo destinato a risolvere anche i problemi delle 150 famiglie che già vivono nel quartiere. Ma i nodi della politica vengono al pettine anche a Segrate, dove nelle ultime elezioni comunali, a sorpresa, il candidato sindaco del centrosinistra, Paolo Micheli, ha superato di una manciata di voti la sua avversaria di centrodestra, l'imprenditrice Tecla Fraschini. Con una mossa imprevista, e di cui l'opposizione di centrodestra ancor oggi chiede conto, la nuova amministrazione ha bloccato il progetto. I residenti, preoccupati ed esasperati, hanno convocato un incontro, che secondo la lista Alessandrini è stato «disertato» da sindaco e assessori. Hanno partecipato invece gli operatori. E i vertici della Poenix hanno spiegato con una dettagliata nota lo scenario che sta per aprirsi. Hanno ripercorso il lavoro di mesi e mesi, «di concerto» col Comune, per arrivare a una revisione del progetto che congela di un terzo le capacità edificatorie, rafforza le garanzie e assicura al Comune 54 milioni di euro di entrate fra oneri e servizi. Poi ecco il problema delle date. Il 31 dicembre è in scadenza il fondo proprietario dell'area. La società attuatrice ha avvertito: rimandare la definizione del piano «equivale alla bocciatura definitiva». E un consulente legale, parlando col «Giorno», ha raccontato di tre azioni legali per complessivi 300 milioni di euro fra danni civili ed erariali. Ma secondo il sindaco Micheli le «scadenze ravvicinate» di cui si parla sarebbero «fissate dai proponenti». Insomma, infondate.

E l'esasperazione dei residenti? Sono i partiti sconfitti alle elezioni che cavalcano «l'onda dell'emotività», cerca di cavarsela Micheli. Per i tedeschi, invece, siamo di fronte a una sospensione «avulsa da qualsiasi corretto criterio amministrativo». Imposta per giunta da «misteriose ragioni di consenso politico».

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