«Mariastella Gelmini ci ha proposto un incontro per chiarirci le idee sulla città di Milano e sull'area metropolitana riguardo a lavoro, infrastrutture e utilizzo dei trasporti. Crediamo che possano essere trovati molti punti di convergenza» spiega Danilo Galvagni, segretario generale della Cisl.
Quali sono le questioni principali che interessano il sindacato?
«Lo sviluppo delle aree di Expo e delle ex aree ferroviarie. Parleremo di quale visione possiamo dare per Milano. Venerdì ci vedremo anche con il sindaco, Giuseppe Sala, per portare le medesime istanze».
Di quali istanze si tratta?
«Vogliamo ripetere che l'attrazione dei capitali si fa abbassando le tasse, dando più mobilità, chiarendo il rapporto tra pubblico e privato».
La proposta principale che intendete portare al Tavolo con Forza Italia?
«Legare la rinascita del lavoro al recupero delle periferie, perché sono sempre state fondamentali. La Bovisa si chiama così perché c'erano i macelli. All'Alzaia dei Navigli arrivavano le chiatte con la sabbia e la pietra con cui costruire il Duomo. All'Ortica c'era un mercato ortofrutticolo».
Può valere anche per oggi?
«Il legame stretto tra i quartieri e le attività che si potrebbe sviluppare ancora».
Su quale attività è prioritario puntare?
«Parliamo tanto di artigianato ma poi stiamo chiudendo le zone artigianali per farne aree residenziali. Bisogna rimappare il territorio per trovare spazi legati al lavoro».
Che ruolo può avere la formazione?
«Posso immaginare scuole e istituti professionali con particolari qualità che diano identità nuova ai quartieri. Le zone possono essere rivivificate non solo come servizi ma anche come capacità manifatturiera».
Crede ancora che l'economia possa ripartire dal manifatturiero?
«Internet e la conoscenza non muovono grandi masse di lavoratori, come
ad esempio la Città della Salute. Parliamo sempre di Expo, che un'area di un milione di metri quadrati, ma a Sesto ce ne sono un milione e 200mila. Sarà interessante vedere come risponderanno il pubblico e il privato».SCot
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