Un altro passo avanti verso la possibile candidatura di Giuseppe Sala. Ma la discesa in campo del commissario Expo ancora non c'è. Così il Pd resta in un surreale imbarazzo. E il centrosinistra in mezzo a un guado difficile da sostenere a lungo. Ieri è stata la vice segretaria nazionale Debora Serracchiani a dare un'altra spinta. Ospite dell'incontro organizzato dal Pd a Palazzo Lombardia, Serracchiani ha detto di ritenere Sala «una persona che ha dimostrato di saper fare». «Questa è una città importante nel panorama italiano ed europeo - ha spiegato - e noi vogliamo sicuramente candidare le migliori persone. Del resto lo abbiamo già fatto e credo che i candidati in campo siano tutti all'altezza». La vice di Matteo Renzi ha anche ribadito che «per quanto riguarda il Pd la scelta delle primarie è una scelta fatta, importante e confermata, stiamo cercando di avere una coalizione che risponda alle aspettative della città».
È chiaro che il Pd sta cercando di salvare «capra e cavoli». Prima ha chiesto il rinvio delle primarie per consentire una discesa in campo più agevole di Sala. Poi ha confermato le primarie (lo ha fatto ieri anche l'altro vicesegretario, Lorenzo Guerini). Infine ha ottenuto dagli alleati un «giuramento di fedeltà» per essere sicuro che Sel non scappi in caso di candidatura poco gradita. L'obiettivo del Pd è tenere in piedi una (parvenza di) coalizione in ogni caso. Una coalizione che non allontani gli elettori «arancioni», quelli cioè più legati all'attuale sindaco, Giuliano Pisapia.
Ci sono difficoltà, su entrambi i fronti, peraltro, e derivano dal fatto che Sala - complice anche la assoluta neutralità di Pisapia - è percepito come un corpo estraneo sia da una bella fetta della base di centrosinistra, sia dagli stessi alleati di sinistra, tant'è vero che Sel ha subito ridimensionato il valore del «vincolo di fedeltà», precisando che vale qui e ora, ma non copre il Pd su altri futuri candidati. «È il momento di lasciare da parte i distinguo e le beghe di partito» ha dovuto dichiarare anche ieri il segretario regionale Alessandro Alfieri. Ma il vero problema del Pd è che questi rischi che sta correndo per candidare Sala (perdere alleati o elettori) per ora sono un gioco al «buio». Perché la candidatura del commissario Expo è ancora un'ipotesi. Fantasiosa. O al massimo congelata. Perché il manager non smania per infilarsi in questo ginepraio.
E aspetta le parole del premier Matteo Renzi. Il Pd, insomma, lavora per una candidatura tutta da costruire. Per ora, si sta avvicinando alle Comunali come se Sala fosse candidato, ma se lo sarà davvero dipenderà solo da Renzi (oltre che ovviamente da lui).- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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