Sgomberati lunedì mattina dall'ex caserma «Mameli» di viale Suzzani 125 gli squatter del «Pirata Riot Club» non si sono dati per vinti. E già in serata sono tornati, per così dire, sui loro passi, ri-occupando l'ex «Leon Beaux», l'area industriale dismessa di 50mila metri quadrati di una vecchia fabbrica di munizioni con sede a Baranzate, tra via Trieste e via Milano. Una cinquantina di giovani e molti sostenitori dei centri sociali hanno fatto irruzione nei locali dai quali erano stati allontanati solo il 2 febbraio scorso dopo che occupavano dall'agosto scorso. Il giorno stesso dello sgombero gli anarchici si erano quindi «appropriati» subito di un deposito Agip abbandonato di Rho, in via Risorgimento, quindi il 14 marzo erano entrati armi e bagagli nell'ex caserma milanese che è stata per anni la sede del Terzo reggimento dei bersaglieri e che era dismessa da quasi quindici anni.
La nuova occupazione di Baranzate è avvenuta in modo pacifico, non ci sono stati momenti di tensione, neppure all'arrivo della polizia, avvisata dai residenti che i «pirati» erano tornati all'arrembaggio. «Senza casa non ci stiamo» hanno scritto gli squatter su un lenzuolo appeso davanti all'ingresso del vecchio stabilimento, in modo da non essere fraintesi. Quindi hanno diffuso la notizia della nuova «bravata» sulla loro pagina Facebook. «Dopo lo sgombero della caserma ci troviamo ancora a difendere il nostro spazio - hanno scritto i pirati sul social network -. Siamo ancora perseguitati dalle forze dell'ordine. Venite a supportarci contro questa insistente repressione».
Tuttavia, nonostante tutti i proclami e gli appelli degli squatter, dagli ambienti della questura trapela che anche questa nuova occupazione abusiva non dovrebbe durare a lungo.
L'arrivo degli anarchici alla «Mameli» aveva alzato un polverone: le autorità, i militari, ma anche tanta gente comune, non potevano sopportare che la vecchia sede del reggimento più decorato d'Italia potesse fare una fine tanto misera, finendo nelle mani di coloro che la stessa Digos non esita a definire «ai più bassi livelli della scala antagonista». Nonostante questo gli squatter si erano introdotti nella struttura, di proprietà della Cassa Depositi e Prestiti, confidando di restarci a lungo. A simboleggiare l'incursione un vessillo con l'immagine stilizzata del teschio, issato sulla garitta all'ingresso del vecchio edificio militare.
I bersaglieri di ogni grado ed età avevano protestato su Facebook e Twitter per l'abbandono dell'immobile: «Un'offesa alla memoria e una ferita al cuore» è stata una delle esternazioni che più hanno fatto riflettere.
Senza contare che gli squatter, durante l'occupazione della «Mameli», prendendo la parola in Consiglio di zona 9, erano arrivati anche a chiedere sostegni e solidarietà istituzionali alla loro causa di abusivi. Poi lo sgombero di lunedì sembrava aver messo la parola fine a tutti i loro eccessi. Ora il problema si ripropone a Baranzate, ma almeno la «memoria» della caserma dei bersaglieri per il momento è salva.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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