Sfida diretta nei municipi Debuttano nove «sindaci»

Testa a testa per le presidenze dopo la riforma del decentramento Chi supera il 40% viene eletto subito senza passare dal ballottaggio

Alberto Giannoni

Arrivano i municipi. Con confini immutati, dopo il voto del 5-19 giugno prenderanno il posto delle vecchie, care e un po' impotenti zone. La scommessa che sta dietro la riforma? Avere nove sindaci in grado di governare davvero i loro spicchi di città (in realtà enormi quartieri che viaggiano intorno ai 100mila abitanti, numeri degni di un capoluogo di provincia).

L'elezione diretta del presidente è la novità più importante. Se uno dei candidati dovesse superare il 40% dei voti al primo turno sarebbe eletto direttamente, senza passare dal ballottaggio. Una previsione che, si dice, potrebbe far scattare da subito qualche eletto, in particolare potrebbe beneficiarne il centrodestra, che si presenta all'appuntamento col voto in uno schieramento più allargato che mai (dall'Ncd a Fratelli d'Italia), mentre il centrosinistra deve fare a meno della sinistra-sinistra, con la speranza di riconquistare al secondo turno i voti che domenica potrebbero andare alla lista di Basilio Rizzo.

Grande incertezza sull'esito del voto, che sarà probabilmente in linea con quello della città, anche se non si deve escludere la possibilità di uno «scarto» dettato dalla personalità dei candidati. In casa centrodestra, Forza Italia ha tre aspiranti presidenti, la Lega quattro, Fratelli d'Italia e «Milano popolare» un candidato ciascuno. Nel centrosinistra corrono tutti candidati Pd, tranne due di area «Sinistra per Milano». Presenti in tutte le zone il Movimento 5 Stelle, «Milano in Comune» (che in Comune sostiene Basilio Rizzo) e «NoixMilano», lista di Nicolò Mardegan. I Radicali di Marco Cappato corrono insieme ad Alternativa Municipale nei municipi 2, 3, 4 e 9. Presenti entrambe separate nella 6 e nella 1. Alternativa municipale è anche in zona 8, i Radicali da soli nella 7 e nella 5. In zona 3 sulla scheda compare anche il Partito comunista dei lavoratori. La zona 1 è la più «borghese». Ma, politicamente parlando, questo ormai non la rende meno in bilico. Se la contendono Filippo Jarach di Forza Italia e Fabio Arrigoni del Pd. In zona 2 Samuele Piscina, vicino a Matteo Salvini se la vede con Alberto Ciullini, vicino alla «Sinistra per Milano». In zona 3 il centrodestra punta su un «figlio d'arte» come Vincenzo Viola, finora capogruppo di Fratelli d'Italia. Il centrosinistra punta su Caterina Antola. Zona 4 è in bilico fra Paolo Guido Bassi e la uscente (Pd) Loredana Bigatti. Nella 5 i candidati più accreditati sono Alessandro Bramati, Ncd che rappresenta l'intero centrodestra, ed Enea Mario Moscon. Nel municipio 6 corre un altro leghista, Piermario Sarina, contro un altro giovane Pd, Santo Minniti. Nel municipio 7 la sfida è fra Marco Bestetti, esponente di sicuro avvenire di Forza Italia, e Lorenzo Boati, giovane Pd.

Igor Iezzi della Lega rinuncia al Comune per provare a strappare il municipio 8 a Simone Zambelli (Sinistra per Pisapia) mentre nel municipio 9 il Pd prova a «promuovere» il suo capogruppo Stefano Indovino e il centrodestra gli oppone Giuseppe Lardieri.

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