Botta e risposta tra Palazzo Marino e la questura. Non si è fatta attendere, infatti, la replica del neo questore Luigi Savina alla lettera inviatagli lunedì dal responsabile dell'ufficio relazioni con la città del Comune, Paolo Limonta. Una missiva nella quale quest'ultimo chiedeva al questore di evitare interventi di sgombero nelle 4 villette di via Apollodoro e piazza Ferravilla occupate abusivamente dal 20 aprile dai Casc (Coordinamento autonomo studenti e collettivi) di cui fa parte il più noto Collettivo Lambretta. Giovani che Limonta definisce «volenterosi». E il cui sgombero gli appare ancora più ingiusto perché sostenuto anche dall'ex assessore regionale Domenico Zambetti, finito in galera nei giorni scorsi con l'accusa di aver comprato voti dall'ndrangheta.
Ieri mattina, rispondendo in maniera epistolare alla lettera del braccio destro del sindaco Pisapia, Savina ha sottolineato che «le occupazioni sono illegali in quanto reato e sono una pratica politicamente sbagliata», e ha aggiunto che pur «comprendendo lo spirito propositivo» della missiva e prendendo «atto dello sforzo fatto da questi giovani per recuperare gli spazi e del loro impegno nel quartiere, il fine giammai giustifica i mezzi e il loro operato nasce da un atto illegale».
L'ultima parola, ieri, però, l'hanno avuta loro, i Casc. Che, con un blitz durato venti minuti, sono entrati nella sede di Aler, in viale Romagna 26. Per ribadire: «Non ce ne andiamo dagli spazi occupati».