Sgozzato nel suo garage. Si cerca tra gli amici stretti

Forse un uomo dietro l'omicidio di Redaelli. La pista: aveva un appuntamento con il killer?

Sgozzato nel suo garage. Si cerca tra gli amici stretti

C'è un uomo in qualche modo legato al morto o a qualcuno a lui molto vicino dietro l'omicidio di Solaro? Si rischia con estrema facilità di apparire incivili e davvero indelicati parlando e azzardando pubbliche illazioni sulla vita privata di un'altra persona, soprattutto quando la stessa non è più qui per poter dire la sua; quando quella stessa vita le è stata tolta da altri in maniera inaspettata e violenta. Per questo gli investigatori stanno inoltrando le indagini nelle pieghe più intime dell'esistenza di Michelangelo Redaelli, 54 anni, trovato cadavere l'antivigilia di Natale, la sera di sabato 23 dicembre, all'interno del suo box, a Solaro, in Brianza, dove l'uomo viveva in un appartamentino al pianterreno di uno stabile di via Parini, nel villaggio Brollo. La porta dell'abitazione era socchiusa, la casa in ordine, le chiavi e il cellulare su un tavolino. A chiamare i carabinieri erano stati poco prima alcuni amici della vittima che, dopo una cena alla quale Redaelli non si era presentato venerdì e gli inutili tentativi di raggiungerlo al telefono per tutta la giornata successiva, verso sera avevano dato l'allarme, convinti che l'uomo si fosse sentito male in casa.

Il 54enne - che viveva solo da tempo, non aveva legami sentimentali ufficiali e aveva perso ormai entrambi i genitori - però non era molto lontano, bensì nel box, dove il suo cadavere era disteso in mezzo a tutto il sangue uscito da una ferita infertagli con forza alla gola. I referti degli esami tecnici dei carabinieri del gruppo di Monza e le analisi del medico legale basate sulla temperatura del cadavere accerteranno poi che l'assassino di Redaelli ha usato un coltello con una lama importante, che lo ha aggredito da dietro, afferrandolo per le spalle e non più di 24 ore prima dal ritrovamento del suo cadavere. Quando se n'è andato l'omicida ha chiuso il garage (poi aperto infatti grazie ai vigili del fuoco) e, oltre all'arma del delitto, si è portato via le chiavi. I carabinieri di Desio hanno cominciato subito a esplorare l'ambito relazionale di Redaelli. Dopo la sua morte si era parlato infatti di una serie di precedenti per droga, ma gli investigatori fanno notare che risalgono a circa una ventina di anni fa. Controllate le ultime chiamate fatte e ricevute dall'uomo sul cellulare, sentiti i suoi conoscenti, gli amici più stretti, i datori di lavoro (l'uomo sbrigava saltuariamente commissioni per una fioreria) e in attesa dei rilievi nella sua abitazione per chiarire se di recente ci fosse stato qualcun altro in casa, le indagini si indirizzano sempre più verso la sfera intima dell'uomo. Gli inquirenti sostengono che Redaelli conoscesse il suo assassino.

«Quel che è certo però è che è stato assalito del tutto inaspettatamente: se i due avevano un appuntamento quella sera non era certo lì, nel garage, dove il killer invece ha agito a tradimento. Una donna? Non avrebbe mai avuto tanta forza».

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