Elena GaiardoniNel giorno in cui la libertà profuma di mimosa e del suo inimitabile genere matriarcale, l'8 marzo, Mariastella Gelmini, capolista alle prossime elezioni comunali, cita Giorgio Gaber: «La libertà è partecipazione», elogiando il curriculum femminile di Forza Italia. E ringraziando il lavoro di molte politiche, soprattutto di Mara Carfagna, ex ministro alle Pari opportunità (dicastero cancellato dal Governo Renzi), attualmente portavoce del gruppo di Fi alla Camera e della deputata Daniela Santanchè. «Oggi Fi non ha problemi di quote rosa ma di quote azzurre, chiaro segnale di quanta partecipazione ci sia stata data. Questa è cultura. Ci tengo a questa parola, cultura, perché con Stefano Parisi stiamo lavorando a un grande progetto che lavori sul tessuto culturale di Milano: una valore di generazioni che donne e uomini hanno costruito e che dobbiamo incrementare con interventi specifici in modo particolare nelle periferie» ha detto Gelmini, aprendo il dibattito al Circolo della Stampa, insieme appunto a Carfagna e Santanchè dopo aver visitato il centro contro la violenza del Niguarda. Al tavolo Giulio Gallera e Valentina Aprea, assessori in Regione e Licia Ronzulli.Protagonisti due progetti di legge: uno depositato nel 2014 che prevede un fondo per le vittime della violenza contro le donne, vittime che spesso non possono far fronte alle cure mediche. Il secondo riguarda gli orfani di femminicidio, privati non solo della madre ma anche del padre, perché l'autore del delitto spesso si suicida oppure finisce in carcere. «Nel mio impegno politico sulle donne - spiega la Carfagna illustrando le proposte di legge - ho imparato che non bisogna mai abbassare la guardia. Trasversalità e continuità sono fondamentali, principi entrambi non osservati da Renzi. In questi giorni si aprirà a New York un summit sulla condizione femminile a cui l'Italia non partecipa». Proprio ieri spopolava su Twitter l'immagine di una signora con fumetto: «Dove è finito il ministero delle Pari opportunità?». Nessuno lo sa, forse si è perso nei boschi, verrebbe da dire. E oggi Cappuccetto Rosso non ha più quel colore, ma il cappuccetto è azzurro, perché l'impegno delle azzurre è da prima linea contro ogni lupo. «I nostri diritti insegnano che la politica ha un solo diktat: non avere paura. La paura è l'opposto della luce che vogliamo in questa città che ha spento le sue luci. Si entra quindi nel tema sicurezza - ha commentato la deputata azzurra Santanchè -. A Milano c'è una rete di telecamere pubbliche e private che, se unite, potrebbero fare delle nostre strade vie sicure, come non è stato durante l'amministrazione Pisapia. La grandezza di un popolo si misura dalla libertà della sua forza femminile». Più idee sono nate, tra cui quella della Ronzulli «di aprire uno sportello in Comune a cui le donne potranno accedere per esporre difficoltà e minacce». Donna non è solo sinonimo di «problema», ma di «risorsa» come ha ricordato l'assessore regionale all'Istruzione Aprea. «Expo è stata il progetto di Letizia Moratti, un sindaco donna da cui Milano ha avuto un'apertura politica e economica internazionale. Ritorno al termine cultura. Rileggiamo libri come Le italiane per apprendere dal nostro passato quanto può edificare il nostro futuro».
La chiusura della mattinata è stata di Stefania Bartoccetti che ieri festeggiava i ventiquattro anni di Telefono Donna, dando dal Niguarda i primi aiuti a chi non sa che nessuna deve sfuggire al pericolo di non essere se stessa, autrice di bellezza.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.