Solito corteo di vandali che "marina" la scuola e danneggia mezza città

Studenti e collettivi bloccano le vie del centro. Vetrate rotte e vernice su negozi e banche

Solito corteo di vandali che "marina" la scuola e danneggia mezza città

«Vedere Milano bloccata è qualcosa che mi dà molto fastidio. Non ho mai visto divieti di transito perché viene un ministro. Non è certo questo il modello di Milano che ho in mente io».

Così il sindaco Beppe Sala appena otto giorni fa, venerdì 28 settembre, al suo arrivo in prefettura per un vertice con il ministro dell'Interno Matteo Salvini. Sarebbe curioso sapere come abbia reagito il primo cittadino, una settimana esatta dopo quell'occasione in corso Monforte, cioè ieri mattina. Quando il traffico della città «modello» della Sinistra è stato bloccato almeno venti volte tanto rispetto ad allora (senza contare le decine di atti di vandalismo gratuito e i troppi fumogeni) da Rete Studenti Milano e dal collettivo Casc Lambrate per una manifestazione contro la linea del governo. Partito da largo Cairoli alle 9.30 e capeggiato dallo striscione «Opposizione al governo dell'infamia, il cambiamento siamo noi» dietro al quale spuntavano facce sparute di intere scolaresche che hanno «bigiato» tra l'allegria e il menefreghismo, il corteo di almeno tremila ragazzini ha preso di mira le politiche sull'istruzione, in particolare l'alternanza scuola-lavoro, bollata come forma di sfruttamento di manodopera a costo zero e la difficoltà degli studenti fuori sede ad affrontare i costi di una città come Milano. La protesta di ieri - sempre a 360 gradi in casi come questo, dove sfilare per le vie della città è un modo per ridurre la ribellione a una sorta di minestrone contro tutto e tutti - voleva osteggiare anche la linea del ministro dell'Interno sull'immigrazione e la chiusura dei porti. Fra i cartelli esposti durante il corteo anche quello che annuncia per il prossimo 16 novembre un No Salvini Day.

Lungo il percorso del corteo, affollato da giovanissimi in magliette smanicate e coloratissime in una giornata che invitava a tutto fuorché a starsene seduti in aula - sono state imbrattate le vetrine di un negozio della Benetton in via Mazzini e quelle del punto vendita di via Orefici della catena «Zara». Sulle pareti del cantiere della M4 in largo Augusto è stato scritto «Difendiamo gli spazi sociali».

Il corteo è terminato poco prima delle 14 in stazione Centrale, così il traffico in città per l'intera mattinata è andato completamente in tilt e transitare lungo la circonvallazione interna è stato praticamente impossibile fino al primo. I varchi verso il centro, infatti, erano stati tutti sbarrati da vetture, moto e personale della polizia locale; sulla circonvallazione esterna inoltre i mezzi erano paralizzati in code interminabili e in molti casi chi si recava al lavoro in auto, ma anche tram e autobus, ha preferito scendere per servirsi della metropolitana.

Finita la manifestazione, poi, verso le 15 un gruppo di giovani dell'Organizzazione studentesca autonoma (Osa) - i cui esponenti, già in mattinata, avevano già organizzato picchetti e volantinaggi fuori da diverse scuole milanesi - in un blitz al negozio Benetton stavolta in corso

Buenos Aires, hanno gettato della vernice rossa sulle vetrine e scritto, con il medesimo colore, «Ponte Morandi, Benetton assassina». I manifestanti quindi si sono dileguati dopo aver sventolato striscioni e acceso fumogeni.

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