«Sono bugiardi seriali» La guerra 5 Stelle-Pd ipoteca il ballottaggio

Ricorso al Tar sull'incandidabilità Il leader dei «grillini» Di Maio attacca l'uomo di Renzi a Milano Linea che peserà al secondo turno

Il Movimento 5 Stelle dichiara guerra a Beppe Sala. Una guerra totale - a tutti i livelli e in tutte le sedi - che già potrebbe prefigurare l'orientamento del voto «grillino» al probabile ballottaggio. Ieri i 5 Stelle milanesi hanno inviato il ricorso al Tar per far rilevare la (presunta) incandidabilità dell'aspirante sindaco del Pd. E a sostegno dell'iniziativa, annunciata dal candidato «grillino» Gianluca Corrado, si è schierato anche l'uomo più importante del Movimento (Beppe Grillo escluso), quel Luigi Di Maio che dovrebbe essere candidato premier dei 5 Stelle. Intanto, per domani, si annuncia l'arrivo a Milano dell'altra giovane stella del gruppo grillino, Alessandro Di Battista, che terrà un «comizio» per Corrado.

Di Maio, napoletano e vicepresidente della Camera - la carica istituzionale più alta dei 5 Stelle - è intervenuto da leader politico sul caso-Milano. Lo ha fatto sul suo seguitissimo profilo facebook, sferrando un attacco senza appello al centrosinistra e al suo candidato. L'intervento, molto apprezzato dai 5 Stelle locali, ha preso le mosse dall'inchiesta giornalistica dedicata alla asserita incandidabilità dell'ex commissario Expo. «Secondo un'inchiesta di Panorama - ha scritto Di Maio - a Milano il candidato sindaco del Pd Giuseppe Sala non è candidabile: dopo aver dimenticato di dichiarare le sue proprietà immobiliari all'estero e gli investimenti in Romania quando ha accettato l'incarico in Expo 2015, ora si scopre che ha dimenticato anche le sue dimissioni da commissario di Expo. E questo lo rende incandidabile alle amministrative di giugno, in quanto si tratta di un incarico politico incompatibile con la candidatura». Di Maio sposa dunque la tesi di chi sostiene l'incandidabilità di Sala. Non solo, c'è anche il caso Cassa depositi e prestiti, cassaforte ministeriale di cui Sala è consigliere. «Quando era ancora attivo come commissario governativo - prosegue Di Maio - Sala aveva firmato una dichiarazione ufficiale in cui negava di trovarsi nelle cause di incompatibilità per accettare la nomina a consigliere d'amministrazione», «dichiarando dunque il falso». «Comunque andrà a finire» il ricorso - conclude Di Maio - per i cittadini milanesi è solo la conferma del fatto che da una parte ci sono i soliti bugiardi seriali e dall'altra un movimento politico trasparente con il suo candidato Gianluca Corrado».

Il candidato dei 5 Stelle giocherà un ruolo importante da qui al 19 giugno. Fra Sala e il candidato del centrodestra Stefano Parisi la sfida è aperta ed è chiaro che l'orientamento del voto «grillino» al secondo turno potrebbe essere determinante. Il 5 giugno Corrado è accreditato di un buon risultato, ma in base ai sondaggi non è realmente in corsa per giocarsi la fascia tricolore.

Una volta celebrato il primo turno, che servirà a definire i rapporti di forza in Consiglio comunale, trovandosi a dover scegliere, al secondo turno sembra molto difficile che gli attivisti dei 5 Stelle possano votare per un candidato che è sponsorizzato dal premier Matteo Renzi e che oggi è dipinto in questo modo.

AlGia

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