Sos violenza, tram scortati al Lorenteggio

I carabinieri della compagnia Magenta e gli investigatori del commissariato Lorenteggio li stanno cercando. E l'impressione è che presto, molto presto, avranno un nome e un cognome i giovani, perlopiù minorenni, appartenenti al gruppetto di violenti che, nella notte tra sabato 3 e domenica 4 novembre, in via Gonin hanno danneggiato un «Sirietto» della linea 14 e pestato un passeggero che si era «ribellato» ai loro soprusi. L'uomo, con il volto devastato dalle tumefazioni e dal sangue, era finito d'urgenza al vicino ospedale San Paolo con un'ambulanza del 118 chiamata dall'autista del tram e dai carabinieri di una pattuglia del radiomobile. Si tratta di un peruviano di 42 anni, regolare sul territorio. E all'arrivo al pronto soccorso sembrava molto più grave di quello che in realtà non era: visitato in codice giallo e sottoposto a vari esami, il poveretto venne poi dimesso non senza vistosi segni di sutura sul volto, sulle braccia.
Tutta la scena è stata ripresa dalle telecamere del tram, un filmato ora al vaglio degli inquirenti. E da quella brutta notte l'Atm, nel fine settimana, ha messo un'auto con a bordo alcuni vigilantes che seguono il mezzo pubblico nelle ultime corse serali. Quelle più a rischio. In particolare l'ultima, quella dell'una e 55. Che da via Molinetto di Lorenteggio, capolinea di periferia della linea 14, non attraversa mezza città e il centro per raggiungere l'altro capolinea, al cimitero Maggiore come tutte le altre corse giornaliere ma, prima di rientrare definitivamente nel deposito di via Pietro Custodi 7, al Ticinese, ferma solo in viale Coni Zugna.
«I giovani balordi, quella notte, avevano conciato talmente male quel tipo che, per alcuni giorni, tra noi colleghi era girata la voce che fosse morto - racconta un autista al deposito di via Custodi -. Ci abbiamo creduto in tanti».
«Il collega che aveva soccorso il peruviano quella notte era spaventatissimo - insiste un altro dipendente Atm -. Aveva raccontato di aver aperto la sua cabina, che nel Sirietto si chiude dall'interno e risulta inaccessibile da fuori, solo quando aveva capito che quei tizi, i picchiatori insomma, si erano allontanati. Naturalmente non senza aver rotto prima diversi vetri del mezzo. E quando su un tram di questo genere si rompono i vetri o c'è qualcuno che li riempie di disegni fatti con le bombolette spray, beh, deve restare fermo almeno un paio di settimane in rimessa. Sono costi. E disagi per i passeggeri».
Nel tardo pomeriggio di lunedì abbiamo fatto un giro sul Sirietto della linea 14, da un capolinea all'altro. È un mezzo lungo e molto comodo; la linea è molto frequentata e da persone di ogni tipo.
«Tra venerdì e domenica è diverso - spiega ancora un altro conducente -. Durante le ultime corse c'è pochissima gente: diventa pericoloso viaggiare su quel tram. In quelle ore, infatti, il Sirietto viene spesso preso di mira da un gruppo di ragazzotti. La maggior parte non ha l'età per la patente.

Arrivano in bus da Trezzano sul Naviglio fino al capolinea di Lorenteggio. Altri sono di Cesano. E poi salgono sul 14. Una volta li ho sentiti spaccare i vetri: mi sono chiuso in cabina...Solo contro quelli? Ma siamo matti?».

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