«Stop alle tasse sulla casa Così rilanciamo la ripresa»

Il mercato è crollato per la crisi ma incertezza e tributi alti frenano il recupero Dai costruttori l'ok alla proposta. L'esperto di mutui: «Cruciali le aspettative»

Alberto Giannoni

Lo choc fiscale può essere la sferzata giusta per la ripresa del mercato immobiliare, strategico per l'intera economia. La proposta di Forza Italia (stop di 6 mesi sulle tasse che gravano sulle compravendite) suscita interesse fra gli operatori del settore. E potrebbe essere vitale a Milano, dove le stangate sulla casa assecondate dal Comune hanno più che raddoppiato l'esborso di famiglie e imprese (fino alla cifra folle di 770milioni) e zavorrato la ripresa.

Oggi si parla di un timido rimbalzo del mercato. Numeri risicati che descrivono un recupero fra mille difficoltà. Nel 2012 a Milano si è toccato il picco negativo con 14.645 compravendite. Nel 2013 si è saliti a 15.140. Nel 2014 a circa 16.122. Ma in città l'invenduto è ancora il 55% del totale del nuovo o ristrutturato. Procedendo di questo passo per tornare ai livelli pre-crisi - per esempio al 2006, quando le compravendite furono 24.775 - ci vorrà molto. La recessione ha abbattuto i prezzi: la media dentro la circonvallazione esterna è -1,1% negli ultimi 5 anni (nonostante la «ripresina» recente), e -7,5% fuori. Ma si tratta di medie. Ovviamente su singoli appartamenti, condomini o zone il calo può essere decisamente più netto, sfiorando i 10 punti percentuali, soprattutto dove intervengano agenti ulteriori come il degrado. Resistono solo gli immobili di pregio in centro (dove il prezzo in 5 anni è salito del 2,2%) ed entro la cerchia dei bastioni (+2,3%). Beni di lusso, quelli, che rispondono a logiche di mercato differente. Ma se nonostante il calo la ripresa è ancora lenta, che fare?

«Ogni intervento di riduzione delle fiscalità del settore è benefico - spiega Claudio De Albertis, presidente di Assimpredil-Ance - la ricchezza delle famiglie è per il 50% immobiliare, e al 90% è la casa. E le tasse, non sulla capacità di produrre reddito ma sul possesso in quanto tale, hanno fatto passare il gettito da 10 a 26 miliardi, un incremento pazzesco. Anche per questo la ricchezza delle famiglie scende dello 0,6-0,7 all'anno, e con essa i consumi. Perciò diciamo che rivedere i meccanismi fiscali può ridare slancio ai consumi ed è un bene per l'intera economia». Varrebbe ancor di più a Milano, definita la capitale delle tasse. «Milano - riflette De Albertis - ha scelto di applicare l'aliquota massima. Poi che l'abbia fatto perché dà servizi a 1,8 milioni di persone mentre i residenti sono solo 1,2 milioni è un problema di finanza locale. Va detto però che non tutti hanno fatto questa scelta. Monza per esempio no».

Oltre a incoraggiare consumi, mercato interno e investimenti, una riduzione del peso fiscale avrebbe un impatto sul clima. «L'incertezza è un freno alle prospettive di ripresa - spiega Roberto Anedda, direttore marketing di MutuiOnline.it - la casa è al centro di continue voci, smentite, corrette e aggiornate. La gente fatica a capire cosa pagare e quanto. Si aggiunga la possibile riforma del catasto, tutta da concepire. Alle famiglie si instilla il dubbio che arrivino ulteriori costi. E il problema è che queste aspettative negative pesano ancor più della effettiva entità degli aumenti». La casa è sempre «nel mirino»: «Più della cifra, alla quale magari le famiglie si adatterebbero, è l'aspettativa il problema - spiega Anedda - Servirebbe stabilità. Sapere che per qualche anno la situazione è definita. Al contrario, il problema è questa sensazione che l'immobile sia una voce che il ministero tiene lì pronta, come voce-tappabuchi, a cui ricorrere». «Anche a Milano, primo mercato immobiliare, c'è stato un forte rallentamento. Il grosso che manca è il mercato delle famiglie normali che oggi fanno fatica e rinunciano».

Lo stop alle tasse sarebbe particolarmente interessante «se fosse dedicato all'acquisto di prima casa e a certe fasce». «Ma ogni proposta in questa direzione è positiva, purché i soldi non li facciamo rientrare in un altro modo».

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