«Stradini chiamati controller. È l'unica iniziativa»

L'opposizione spiega l'emergenza. De Pasquale: «Nomi inglesi, ma ora i tecnici sono solo 20»

Un'Amministrazione che ha sbagliato e ora continua a sbagliare per la foga di porre rimedio all'emergenza.

È questo il quadro che, del caso buche, traccia l'opposizione, e in particolare Forza Italia con Fabrizio De Pasquale, uno dei consiglieri comunali più esperti di macchina amministrativa. «In questo momento - spiega l'azzurro - sembra che Granelli, per far fronte alle critiche, abbia complicato ulteriormente il lavoro del settore». Ed è ai tecnici comunali che pensa De Pasquale, esaminando le cause e le (mancate) soluzioni del problema. «Prima si chiamavano stradini - spiega De Pasquale - e ora si chiamano controller, questa è la grande riforma fatta nella nostra smart city. Ma questi stradini prima erano 60 e ora sono solo 20, e con un numero così esiguo diventa difficilissimo verificare se il lavoro fatte dalle ditte è stato eseguito a regola d'arte e con materiale valido. Considerato che il lavoro viene eseguito spesso di notte, fai ben poco». «Altra cosa - prosegue - dove passano e ripassano mezzi pesanti la soluzione è di breve durata». Infine l'effetto-boomerang: «Molti hanno in effetti chiamato e fatto segnalazioni. E l'assessore Granelli, invece di usare quelle dei controller, deve aver messo in cima le segnalazioni dei cittadini e questo ha portato ulteriore disordine». «Ma la cosa principale - spiega - è che Milano avrebbe bisogno di un global service delle asfaltature. Incredibile che ancora mettiamo tutto nel piano delle opere, per poi passare al progetto, alla gara e infine all'appalto se nessuno fa ricorso. Andrebbe usato il metodo del global service, con un consorzio che interviene continuamente per manutenzioni o emergenze. Questa è la prima cosa da fare».

La seconda è quello che De Pasquale chiama «il piano della pietra», vale a dire «stabilire dove togliere il pavè e dove lasciarlo, ponendo fine a questa guerra persa in partenza per la manutenzione del pavè in strade dove passano migliaia di autobus e auto. Con un'interrogazione , io voglio capire se ci sono state più richieste di rimorsi per insidie stradali e se Atm ha dovuto spendere più soldi per riparare i mezzi».

In effetti, gli autisti spesso sono costretti a rallentare per preservare gli autobus da possibili danni. «Prima dell'estate non si vedranno lavori strutturali. Abbiamo chiesto una commissione urgente per parlare di questa emergenza. Anziché esportare il modello Milano, sembra che abbiamo importato il modello Roma».

AlGia

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