Paola Fucilieri
Il passante che l'ha soccorsa ha raccontato più tardi ai carabinieri che le espressioni del viso, i gesti, i movimenti, mostravano tutto il suo sdegno. E anche molta, moltissima paura. Tuttavia questa studentessa italiana 16enne che mercoledì è riuscita prima ad allontanare e poi a far arrestare un «aspirante» stupratore - ora in carcere con l'accusa di violenza sessuale - l'altra mattina, nonostante l'evidente disgusto, non si è fatta intimorire. E davanti alle avance e ai palpeggiamenti sempre più insistenti di quello straniero mai visto prima che, in pieno giorno, continuava a seguirla sul marciapiede, offendendola a ripetizione e afferrandola insistentemente per le braccia nel tentativo di bloccarla sul percorso verso la scuola e abusare di lei, la ragazza si è ribellata. Lo ha fatto in maniera naturale e istintiva, adoperando la propria cartella piena di libri di scuola e che, come un'arma, ha letteralmente sbattuto addosso al suo «mostro». Così ha ottenuto un primo brillante risultato, allontanandolo. E dopo un (comprensibilissimo) momento di scoramento, l'aiuto del passante e l'arrivo dei militari, la ragazza quel poco di buono lo ha anche mandato in carcere.
La giovane studentessa si stava recando a scuola lungo viale Murillo (zona San Siro) quando un sudamericano - un 51enne di origine ecuadoriana, in regola con il permesso di soggiorno - l'ha affiancata, rivolgendole frasi volgari e allungando pesantemente le mani. La ragazzina, nonostante fosse molto spaventata, è riuscita a resistere all'aggressore colpendolo con la cartella dove teneva i libri di scuola e mettendolo in fuga.
Sotto choc, la 16enne ha cominciato a piangere, e non aveva il coraggio di proseguire verso la scuola nel timore d'incontrare nuovamente l'uomo. Un passante l'ha notata e le si è avvicinato per chiedere cosa stesse accadendo. A quel punto la studentessa, tra lacrime di sconforto e paura, ha cercato di raccogliere le parole e di raccontare tutto, quindi ha accettato l'offerta di essere accompagnata a scuola. Mentre i due percorrevano piazzale Zavattari e poi via Pietro Tempesta, la ragazzina ha riconosciuto l'aggressore che passava in strada. Così il passante che la stava accompagnando ha chiamato i carabinieri e ha raccontato di quanto era appena accaduto.
All'arrivo della pattuglia dei militari, l'ecuadoriano - forse sentendosi «forte» della sua condizione di incensurato- ha negato tutto, fingendo anche spudoratamente di non aver mai visto la ragazzina prima di allora, ma i suoi sforzi non sono valsi a nulla: la ricostruzione dei fatti, molto circostanziata, della studentessa e la sua enfasi nell'addossare la colpa all'uomo per quanto le aveva appena fatto, hanno ammutolito il colpevole che non ha più proferito
parola ed è stato accompagnato in carcere.La 16enne, invece, è stata portata alla clinica pediatrica De Marchi dove i medici le hanno assegnato tre giorni di prognosi: la ragazza infatti sta bene ma deve smaltire lo choc.
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