Elena Gaiardoni
«Siamo in 4 mila» ha detto un responsabile del Cas (Collettivo autonomo studentesco). Manifestando per le strade di Milano, alla loro prima protesta in cinquanta città d'Italia contro la «buona scuola» di Matteo Renzi, gli studenti non si sono risparmiati episodi di violenza: tra loro ma soprattutto contro la città. Alta tensione fin dall'inizio della manifestazione, partita alle 10 da largo Cairoli. Gli autonomi volevano recitare la parte del leone al centro del corteo. Inevitabili scontri e tafferugli con i centri sociali, Lambretta, Zam e Cantiere.
«Basta ora decidiamo noi». «No alla riforma Boschi». «No alla riforma della Costituzione». «No a una scuola di Classe Ue che non garantisce un futuro». Slogan sugli striscioni, attacchi sulle strade. Giunti davanti alla sede di Assolombarda in via Pantano i ragazzi, con il volto coperto, hanno lanciato petardi e fumogeni oltre le transenne, presidiate dalla polizia. In tuta bianca invece i militanti del Ccs (Coordinamento collettivi studentesco) hanno acceso torce e fumogeni sventolando lo striscione: «Jobs act, alternativa scuola-lavoro ci toglie il futuro: sfruttatori».
Nel frattempo un gruppo si arrampicava sulle impalcature di un palazzo in ristrutturazione in via Larga, davanti al consolato turco, gridando slogan contro il presidente Erdogan. «No all'accordo Ue-Turchia. Noi siamo con il Rojova». Mentre alcuni accendevano fumogeni verdi e rossi, i colori del Kurdistan e della bandiera curda, altri lanciavano barattoli di vernice rossa contro il consolato. «È troppo chiedere l'identificazione e una condanna esemplare di questi «coraggiosi», che hanno tenuto la città sotto scacco, o il rispetto delle regole vale solo per i normali cittadini?». Se lo chiede Viviana Beccalossi, assessore al Territorio della Regione Lombardia, che ha definito il corteo: «Un minestrone in cui ogni pretesto è valido per fare casino. Come sempre - prosegue l'assessore - questi professionisti della protesta, rigorosamente a volto coperto, si permettono di rompere, sporcare e devastare la proprietà pubblica e privata, provocando guai economici, senza avere il coraggio di rispondere delle proprie azioni».
Arrivati in via Mazzini, all'altezza di banca Etruria, alcuni hanno attaccato volantini sulla filiale della banca. «Le banche italiane finanziano l'industria militare e investono in armi atomiche: ribellati ora!». Il corteo si è chiuso in parco Ravizza.
Il Cas ha dato appuntamento a tutti per il 12 ottobre sempre in piazza Cairoli per un'assemblea collettiva in cui si discuterà del referendum del 4 dicembre. Altra date attese: 21 ottobre, giorno dello sciopero nazionale del 21 ottobre dei docenti e personale Ata (personale amministrativo, tecnico e ausiliario), e la manifestazione nazionale del 22.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.