Bene il patto Fi- Lega. Fratelli d'Itala ci sta, ma chiede un tavolo del centrodestra prima di Natale «per capire subito chi ci sta e chi no». E poi primarie per «scegliere già entro l'estate il candidato sindaco da schierare contro Pisapia». Ma anche «l'abolizione di Area C che ha dimostrato di essere inutile».
Riccardo De Corato, non è presto per pensare al 2016?
«Ho già detto alla coordinatrice di Fi Mariastella Gelmini di prendere in mano la situazione. Non c'è tempo da perdere».
Perché la Gelmini?
«Fi è il partito con più voti ed è giusto che convochi il tavolo».
Chi dovrà partecipare?
«Chi parla la stessa lingua. Tutti quelli che vogliono evitarci altri 5 anni con Pisapia».
Le Lega non vuole quelli di Alfano perché stanno con Renzi al governo e quelli di Alfano non vogliono la Lega. Forse anche Fi non vuole quelli di Alfano.
«Io dico che tutti insieme stiamo governando, e governando bene, la Lombardia che è la Regione più importante d'Italia».
Si riparte dallo schema centrodestra allargato?
«Si riparte da chi vuole condividere un programma. Su sicurezza, moschee, immigrazione e temi etici anche in Comune siamo piuttosto uniti».
Lei tra Albertini e la Moratti ha quattordici anni da vicesindaco alle spalle. Vuol far pesare la sua esperienza?
«No. Voglio far pesare i numeri: alle elezioni europee di maggio eravamo indietro 22 punti».
Il culmine dell'effetto Renzi.
«Saranno diminuiti, ma sono sempre tanti. A Milano il Pd è arrivato al 45%, più il 6% di Sel»».
L'ultima volta avete perso 100mila voti e Pisapia vinse.
«Nel 2011 non vinse Pisapia, perse il centrodestra che non riuscì a dare motivazioni ai moderati che sono maggioranza».
Come potreste vincere?
«Oltre a motivare i moderati, dobbiamo riprendere quelli dei nostri che votarono Pisapia, illusi fosse una novità».
Pisapia era una novità.
«Non lo era e ha dimostrato di non esserlo con i fatti. Beneficiò di giornali e tivù che lo presentarono come l'avvocato gentile che ascoltava la città».
Si disse che fu sbagliato candidare la Moratti.
«Albertini dice che fu colpa della Moratti e invece sbagliammo tutti. Ma ora non è il caso di andare a cercare torti passati».
Lei pensa che serva un candidato politico o uno della società civile come furono sia Albertini che la Moratti. Ma in fondo anche Pisapia.
«Quando Silvio Berlusconi scelse Albertini e la Moratti, erano altri tempi: la sua investitura era quasi sufficiente per vincere, anche se Albertini poi si rivelò uno dei migliori sindaci».
E oggi?
«Non credo che un imprenditore sconosciuto avrebbe possibilità. Serve un politico».
E quindi?
«Le primarie: a scegliere deve essere il popolo del centrodestra. Magari tutti i milanesi».
Una candidatura forte è quella di Salvini, non l'ideale per motivare i moderati.
«Maroni ha vinto, potrebbe vincere anche Salvini».
E Corrado Passera?
«Essere un banchiere in questo momento di crisi non è il miglior biglietto da visita. Avrebbe tutti contro: piccoli imprenditori, artigiani, disoccupati».
Dove ha deluso Pisapia?
«Nessuna grande opera, se non la scultura con i falli in corso Indipendenza. Ha massacrato i milanesi di tasse e la vendita della Sea è stato uno scandalo».
Non è poco.
«Ha dato 30mila case popolari a Mm che non ha mai gestito nulla e tra un anno vedremo i disastri. E poi Milano è insicura».
C'è, altro?
«Mantiene Area C facendola pagare ai milanesi, anche se gli studi hanno dimostrato che non serve e nulla».
Voi avete governato a lungo.
«La Moratti vinse Expo. Albertini ha lasciato i grattacieli a CityLife e Porta Nuova, i depuratori, la Scala, Arcimboldi e il verde passato da 11 a 22 mq per milanese. Come Copenaghen. Il grattacielo di Boeri premiato».
C'erano più soldi.
«Sapemmo fare buoni progetti e coinvolgere i privati. Quando si ricandidò, Albertini non ebbe nemmeno bisogno di far campagna elettorale. I milanesi sapevano cosa aveva fatto».
Se fosse candidato sindaco cosa farebbe?
«Chiederei ogni giorno a Pisapia cosa ha fatto per le periferie. La risposta è niente».
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