Da suore a valchirie Il mondo «sommerso» delle compositrici

Una guida sulle signore delle note. L'autore: «In ombra per secoli, ora sono alla riscossa»

Da suore a valchirie Il mondo «sommerso» delle compositrici

«Sono stupefatto! Non sapevo fossi in grado di comporre in modo così grazioso». Così Wolfgang Amadeus Mozart alla sorella Maria Anna che la leggenda vuole geniale pure lei; venne «inghiottita» dalla vita familiare e addio note. Chissà quante signorine e signore dei secoli passati e dell'era moderna sarebbero state grandi nomi dell'arte musicale classica. Adesso c'è un saggio che illumina una zona infinitesimale di questo pianeta color rosa in buona parte «sommerso» nell'antichità, emerso non del tutto anche ai giorni nostri, illuminato non abbastanza.

Guida alle donne compositrici, dal Rinascimento a oggi (Odoya Library) è il titolo del saggio che verrà presentato martedì prossimo al Conservatorio di Milano in un incontro pomeridiano con l'autore Adriano Bassi e la partecipazione delle compositrici Sonia Bo, Teresa Procaccini, Silvia Biancheri Bettinelli e Dorothee Eberhardt-Lutz; seguirà un momento musicale con brani al femminile scritti dalle stesse Bo e Biancheri e da Beatrice Campodico. «Penso che se guardiamo a tutta la storia le compositrici sono state tante quante i loro colleghi maschi, ma la maggior parte rimaste invisibili, sparite nei loro ruoli di figlie, mogli, madri e quant'altro», attacca Bassi, direttore d'orchestra, ricercatore-musicologo e cacciatore di partiture inedite lombarde Certamente, per le donne che scrivono musica, ora la situazione è cambiata in termini di possibilità e occasioni. E le nuove generazioni sono molte preparate, agguerrite e intraprendenti». Insomma, da suore a valchirie moderne, anche se i numeri non sono ancora dalla parte del gentil sesso, a quanto pare. Nell'antichità ancora tutto diverso. «Chi si cimentava con la composizione ? fa eco lo studioso Tante erano religiose che scrivevano nel silenzio dei conventi, o nobildonne che vivevano nell'agio e nella tranquillità, oppure figlie o mogli di musicisti che per ovvie ragioni potevano avere una buona preparazione e una strada aperta». Per il saggio, l'autore ha realizzato 74 schede su altrettante artiste dal Cinquecento in poi. Tra i nomi più «famosi» Barbara Strozzi, Fanny Mendelssohn, Clara Schumann e Alma Mahler; e ancora: Francesca Caccini e Maria Anna Mozart. Tra le lombarde Maria Teresa Agnesi, Sonia Bo, Silvia Bianchera, Barbara Rettagliati, Beatrice Campodonico ed Emanuela Ballio. Alle viventi l'autore del libro ha mandato un questionario con una decina di domande tra le quali: «Come è nata la passione per la musica?», «quali sono stati gli ostacoli per entrare nel mondo delle note?», «quali campi predilige nella sua ricerca». Molte e variegate le risposte che si leggono. «L'obiettivo tra gli altri della guida conclude far conoscere queste figure pure attraverso le loro produzioni e l'analisi di alcuni brani». Illuminante la testimonianza della compositrice Sonia Bo, dal 2010 al 2013 direttore del «Verdi», dove insegna composizione: «Quando ho iniziato a studiare ero l'unica donna della classe ricorda Le cose sono cambiate, ma numericamente parlando non più di tanto».

Ieri come oggi «le musiche degli

uomini circolano di più, soprattutto nei grandi enti». Quasi sempre le direzioni artistiche sono maschili. «La par condicio? Si realizza maggiormente, anche a livello dirigenziale, in prevalenza però nel mondo didattico».

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