Dopo tanta ideologia parliamo delle famigliel'intervento 2

di Matteo Forte*

Con l'approvazione del maxi-emendamento al Piano di zona presentato insieme alla collega Moioli, vogliamo riportare la famiglia al centro del welfare di Milano. Dopo tante battaglie ideologiche, condotte per compiacere qualche lobby che ha sostenuto Pisapia in campagna elettorale, vogliamo riportare il consiglio comunale alla realtà. Una realtà fatta di famiglie che, ogni giorno, devono fare i conti con la crisi. E se è vero, come è vero, che la disoccupazione colpisce soprattutto i giovani ancora nella famiglia d'origine, è il reddito dei genitori che ammortizza la botta. Le nostre famiglie, che con la loro ricchezza lorda stimata da Bankitalia in 400mila euro di media risultano le meno indebitate d'Occidente, sono le prime agenzie di welfare. È a loro che, in una logica sussidiaria, l'ente pubblico deve correre in ausilio. In che modo? Rivedendo il sistema d'accesso ai servizi e la gradazione delle relative agevolazioni, riconoscendo maggiori differenziazioni al crescere del numero dei figli e considerando maggiormente l'eventuale carico di anziani, disabili e affidi. Meglio e più equamente di quanto non faccia oggi l'indicatore ISEE. In due parole: Fattore Famiglia. Un gruppo di lavoro dovrà studiarne la sperimentazione e valutare se aderire o meno a quella già avviata da Regione Lombardia.
Un altro punto votato dal Consiglio riguarda l'accesso agli asili. Nell'anno in corso sono 363 le ragazze madri o i ragazzi padri che hanno iscritto i figli alle materne e 201 ai nidi. Ma quanti sono veramente in una situazione di bisogno? Spesso un genitore single in realtà vive con il proprio bambino in un appartamento separato dall'altro genitore che, però, contribuisce a mantenere il partner e il figlio riconosciuto. Ciò comporta che, per esempio, una donna che risulta ragazza madre abbia la precedenza per l'accesso all'asilo rispetto ad un marito e ad una moglie che percepiscono entrambi un reddito per riuscire a mantenere la famiglia e, per tanto, hanno maggiore bisogno di un luogo dove lasciare i bambini durante le ore di lavoro. Il Comune dovrà modificare gli avvisi e i moduli di iscrizione, specificando che il genitore non convivente, seppure non coniugato ma che tuttavia ha riconosciuto il figlio, dovrà essere conteggiato nell'ISEE.
Il terzo ed ultimo punto inserito nel Piano di Zona riguarda il sostegno a progetti nell'ambito della mediazione familiare.

A Milano, secondo un'indagine dell'Osservatorio Regionale sull'Esclusione Sociale (ORES), fra le prime cause di povertà segnalate da 1/5 degli enti del privato sociale che si occupano della lotta al fenomeno, vi sono le separazioni o i divorzi.

La proposta formulata con l'ex assessore Moioli è quella di impegnare i 174.

000 € rimanenti dal servizio «Informafamiglia», in un progetto che coinvolga Tribunale, associazioni e privato sociale al fine di incentivare il ricorso dei genitori alla mediazione e a qualunque altro metodo di soluzione dei conflitti, evitando il coinvolgimento dei minori nei procedimenti davanti ai giudici.

*consigliere comunale Pdl

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