Il Tar boccia De Corato e Fdi, il governo corre a salvare Sala

Giallo sulle dimissioni da commissario Expo. La replica: «Fantasie» Parisi cauto ma 5 Stelle, Radicali e Rifondazione chiedono chiarezza

Alberto Giannoni

Beppe Sala ineleggibile? Nel giorno in cui si conferma l'esclusione dei Fratelli d'Italia dalle comunali, è un articolo di «Panorama» in edicola che fa sussultare la campagna elettorale. Il candidato del centrosinistra, dopo una serie di figuracce e gaffe, oggi è finito dentro un giallo. Il caso delle sue dimissioni da commissario Expo, sollevato dal settimanale, avrebbe una portata potenzialmente dirompente. E le precisazioni, arrivate dallo stesso Sala o fatte circolare da Palazzo Chigi, sembrano non convincere troppo gli avversari (Stefano Parisi e Maurizio Lupi esclusi). Il candidato del centrodestra, in effetti, ha molto minimizzato, chiamandosi fuori dalla polemica sul caso: «Sono cose che non interessano i milanesi - ha detto - che devono piuttosto valutare i contributi dei programmi e delle persone». Diversa la linea assunta da altri candidati sindaco e da partiti importanti, come la Lega, ma anche Rifondazione Comunista e i 5 Stelle. Il «portavoce» dei grillini, Gianluca Corrado, ha annunciato che vuole «vederci chiaro»: «Poiché Sala è stato nominato commissario di Expo da un decreto del presidente del Consiglio - ha spiegato - un altro decreto avrebbe dovuto notificare l'accettazione delle dimissioni. E questo, stando sempre a Panorama, non è avvenuto». «Proporremo un accesso agli atti al Comune di Milano e a Palazzo Chigi - ha aggiunto - e depositeremo un ricorso al Tar». Anche i Radicali giudicano «interessante» il caso. Così il candidato sindaco Marco Cappato, che proprio sul tema della incompatibilità di Sala oggi ha convocato una conferenza stampa. Anche da sinistra i dubbi sollevati non sono di poco conto. Il segretario provinciale di Rifondazione comunista, Matteo Prencipe, riflette: «Sarà giurisprudenza, ma rimane il tema del perché Palazzo Chigi non ha emesso come era doveroso un decreto per nominare un nuovo Commissario straordinario o abolirlo. Nel momento in cui si cavilla giustamente sulle liste e candidati a Milano come a Roma. Il dubbio rimane e ci vuole qualcuno, che non sia l'ufficio stampa di Palazzo Chigi che se ne assuma giuridicamente la responsabilità per il si o no».

Per la Lega, Sala dovrebbe fare «un passo indietro». Il segretario della Lega lombarda Paolo Grimoldi e il deputato Guido Guidesi incalzano: «Lo faccia lui oppure glielo imponga il Partito democratico: siano loro a staccargli la spina».

Il caso ovviamente si intreccia con quello di Fdi, esclusa dal voto (ieri il verdetto del Tar). De Corato annuncia il ricorso al Consiglio di Stato: «Ci aspettiamo una risposta di giustizia - dice - soprattutto per sanare un vulnus costituzionale che si verificherebbe, per un fatto formale, con la mancanza della nostra lista. Con i 287 candidature nei 9 municipi le le dichiarazioni erano ineccepibili. Questo conferma che è un fatto formale». «La battaglia per noi continua - annuncia De Corato - continua nelle zone con i nostri candidati e continua con più forza e convinzione a sostegno di Parisi». Continua anche sul caso Sala: «Sembra lo smemorato di Collegno - ironizza Riccardo De Corato - Prima si è dimenticato una casa in Svizzera e una partecipazione alle quote di una società che si occupa di fotovoltaico.

Poi si è dimenticato pure i suoi affari in Romania». «Qualcuno dei suoi gli faccia una cura di fosforo - ironizza ancora De Corato - perché in queste condizioni, dovesse mai essere eletto, si dimenticherebbe pure di fare il sindaco».

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