Taser, in questura hanno già perso la «scatola nera» della pistola elettrica

Da un mese è introvabile lo strumento che deve registrare l'uso dell'arma

Paola Fucilieri

Dove sarà finita la scatola di uno dei due TaserX2 in dotazione alla questura di Milano smarrita verso la fine di settembre da una pattuglia delle «Volanti» del quinto turno?

È solo dal 5 settembre che i carabinieri del Nucleo radiomobile, con le Volanti della polizia e la Guardia di finanza, hanno iniziato la sperimentazione della cosiddetta «pistola elettrica», cioè una di quelle pistole che, anziché esplodere un proiettile, lanciano verso il proprio bersaglio dei piccoli conduttori di elettricità in grado di stordire la vittima. E dopo un inizio scoppiettante (non in senso stretto, ovviamente), con una rissa sventata nella zona della stazione Centrale e un'aggressore fermato al Gratosoglio, è arrivato questo primo contrattempo, se così vogliamo definirlo. TaserX2- questa la marca della pistola scelta dal Viminale e quindi dal Dipartimento di pubblica sicurezza per le forze dell'ordine italiane - come gli altri modelli in commercio, ha una «scatola nera» incorporata che grazie a una moderna strumentazione tecnologica fornisce le registrazioni d'uso. In altre parole, si tratta di un meccanismo molto simile alle scatole nere degli aerei, che consentono di ricostruire l'accaduto e permette di visualizzare numerosi dettagli e dati su come sono stati utilizzati gli storditori elettrici; nello specifico data, ora e numero di colpi sparati. In sostanza la pistola elettrica è collegata a un dispositivo che monitora costantemente l'utilizzo dell'arma, per consentire agli operatori di poterne controllare l'impiego.

Un esempio pratico? Durante un'aggressione, un poliziotto è costretto a estrarre il taser e a colpire uno dei soggetti coinvolti che, per motivi legati a pregresse pessime condizioni di salute, in quel frangente muore. A quel punto verrà senz'altro aperta un'inchiesta, durante la quale il controllo del dispositivo elettronico che monitora l'utilizzo della pistola elettrica è a dir poco fondamentale.

Per questo - trattandosi cioè di due meccanismi simbiotici: per le forze dell'ordine uno non esiste senza l'altro a meno di non farne un uso improprio, cioè fuorilegge - anche se la sparizione in questione da parte di personale dell'Ufficio prevenzione generale soccorso pubblico (Upgsp) riguarda «solo» la scatola (la pistola elettrica è ancora in possesso della questura) - non è esattamente cosa da poco.

La scomparsa della scatola delTaserX2 ha spinto la questura di Milano a segnalare l'episodio all'autorità giudiziaria dove è stato aperto un fascicolo a carico di ignoti.

In questo clima l'obiettivo primario resta quello del dicembre 2018.

Quando il Dipartimento di pubblica sicurezza di Roma tirerà le fila e deciderà se la pistola elettrica sarà adottata - stavolta ufficialmente e non più solo in via sperimentale - da buona parte dei reparti delle forze dell'ordine che operano oggettivamente sul territorio e non solo, come adesso, da pochi e «scelti» equipaggi. Possibilmente limitando imbarazzanti smarrimenti.

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