Tasi, Milano non è la più cara

In città si spenderà in media 624 euro. Risparmi in confronto all'Imu

Tasi, Milano non è la più cara

I privilegiati sono gli italiani che abitano a Siena. I più tartassati quelli che vivono a Verbania, Mantova, Prato, Trieste, Ascoli Piceno e Lucca. Stiamo parlando degli importi della nuova tassa sui servizi indivisibili (Tasi) che incombe sulle nostre esistenze e soprattutto sui nostri portafogli. Milano non è la città più cara e nemmeno tra le più care. Anzi - e questa è la buona notizia - si pagherà meno della defunta Imu erede dell'arcidefunta Ici.

La Cgia di Mestre, maestra in classifiche e statistiche, ha calcolato che i milanesi, come i genovesi, risparmieranno mediamente 174 euro, mentre sconti più massicci andranno ad altre grandi città. I torinesi sorrideranno tenendosi in tasca 332 euro, i romani 319 e i napoletani 165.

I calcoli sono stati fatti su un'alloggio di tipo civile appartenente alla categoria catastale A2, la più diffusa, conteggiando l'influenza delle detrazioni ammissibili nelle delibere comunali. A questo proposito c'è stata l'insurrezione di Mariastella Gelmini, vicecapogruppo di Fi alla Camera che ha twittato: «Tasi, un vero incubo. Cifre astronomiche e tante difficoltà per pagare. Delibera Milano: 63 pagine!». La situazione infatti peggiora in presenza di figli o di rendite catastali più basse. In questi casi la vecchia Imu prevedeva detrazioni più consistenti, rendendo così svantaggioso il confronto fra la vecchia Imu e l'imminente Tasi. Modi diversi per imporre gabelle sulla casa.

Sempre in un'ipotetica media, a Milano si spenderà 624 euro, valore che va parametrato caso per caso, ma stabilisce un ordine di grandezza probabile per avere il polso di quanto ci toccherà a «devolvere» al Comune per la prima casa. Differenti i conteggi delle seconde abitazioni.

Tanto per fare un paragone, un alloggio con le stesse caratteristiche a Genova pagherà 725 euro e a Torino 716. Nei limiti del possibile, insomma, i milanesi possono sorridere, ferma restando una voce in più tra le uscite in una congiuntura non facile come l'attuale.

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