Tasse sulla benzina, il Comune batte cassa

Per battere lo smog che avvelena aria e polmoni bisogna far crescere il trasporto pubblico locale. Non ha dubbi Edoardo Croci, l’assessore a cui il sindaco Letizia Moratti ha affidato le deleghe a Mobilità, trasporti e ambiente. La ricetta è semplice, ma per realizzarla servono fondi. Strutturali e non una tantum come troppo spesso è accaduto. E allora Palazzo Marino, d’accordo con gli altri sindaci delle grandi città, batte cassa col governo. E chiede che almeno una parte delle imposte che gravano sui carburanti vengano destinati allo sviluppo. Alla «costruzione di metrò, tram e corsie preferenziali, all’acquisto di bus, a compensare maggiori costi dei Comuni, a finanziare progetti di mobilità sostenibile, a ridefinire i contratti di servizio al fine di incentivare i servizi offerti». E, di conseguenza, la qualità dell’aria. Presa di mira è l’accisa, l’imposta che grava sul nostro pieno per almeno il cinquanta per cento. Una tassa indiretta che grava sui carburanti. Assieme al costo industriale (prezzo del carburante più margine del gestore) ed all’Iva, forma il prezzo finale.

Serve allo Stato per reperire fondi o entrate pubbliche straordinarie, dalla guerra d’Abissinia al contratto degli autoferrotranvieri, dalla crisi di Suez al disastro nel Vajont. Per l’alluvione di Firenze e i terremoti. Disgrazie ben più lontane dell’aria avvelenata delle nostre città.

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