Sciopero a sorpresa dei tassisti. Ieri mattina, nonostante le sigle sindacali avessero preannunciato lo stop del servizio per il 20 febbraio, un centinaio di conducenti ha deciso comunque di incrociare le braccia. E di farle incrociare forzatamente ai colleghi. A esasperare il clima la «concorrenza sleale» di Uber taxi, la app che permette di noleggiare un'auto blu con conducente in livrea e la totale mancanza di controlli da parte del Comune. Di fatto si tratta di un servizio di «para taxi» che violerebbe la legge 21/92 e il regolamento comunale per il Servizio di autonoleggio da rimessa con conducente a mezzo di autovettura. «Siamo per la legalità, contro l'abusivismo» hanno spiegato i tassisti arrivati davanti al Comune per chiedere un incontro. Altri hanno continuato la protesta in Centrale. Lo sciopero selvaggio ha «graziato» chi era diretto in ospedale: «Li trasportiamo gratis», hanno precisato i conducenti. Nel pomeriggio l'agitazione è rientrata, ma l'atmosfera è rimasta incandescente.
Il Codacons ha chiesto «l'intervento della Commissione di garanzia per gli scioperi. Non è accettabile, infatti, che uno sciopero sia fatto senza preavvisare gli utenti». «Siamo all'assenza totale di legalità da parte del Comune. In una città come Milano - attacca Giovanni Maggiolo, presidente Unica Taxi Cgil, a Radio 24 - è inconcepibile che dalle 19.30 in poi non ci sia controllo sul servizio. Da parte dell'assessore Granelli manca proprio un'attenzione alla legalità. Gli operatori della notte sono esasperati, e sono loro soprattutto proprio perchè il Comune non ha controllo del servizio dalle 19.30 in poi».
Sono mesi che la categoria chiede di intensificare i controlli sui conducenti di Uber e di ritirare la determina dirigenziale del 29 luglio sospesa dal Tar, per ripresentarla «riveduta e corretta». Il ritiro della determina era stata oggetto di un incontro tra il sindaco e le rappresentanze dei taxi settimana scorsa.
Ma a chiedere più controlli era anche una mozione presentata a maggio da Fabrizio De Pasquale e Alan Rizzi (Fi) e bocciata dai consiglieri di maggioranza il 24 ottobre, giorno della sospensione del Tar. Perché? «Perché l'assessore alla Mobilità Pierfrancesco Maran, intervenuto in aula, ci aveva assicurato che stava risolvendo il problema» spiega Carlo Monguzzi, presidente della Commissione Mobilità. «Questa è l'ennesima dimostrazione - attacca il capogruppo di Fi Alan Rizzi - che l'amministrazione non fa quello che dice. Noi abbiamo cercato di occuparci del problema, ma ci è stato impedito dalla maggioranza. I risultati dell'inefficienza del Comune oggi è sotto gli occhi di tutti». «Chiedo un consiglio straordinario sulle auto pubbliche. L'assessore continua a giocare con bici e car sharing ma dimentica il futuro di 5mila piccole imprese, mentre favorisce le iniziative commerciali di aziende straniere».
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