La messa di Natale? Nel mantovano c'è chi non avrà una chiesa dove celebrarla. Il terremoto del 20 e 29 maggio scorsi ha colpito 129 edifici di culto su 302, il 42% del totale per un totale di 80 milioni di danni. «Quando pensi alla tua casa che non è più agibile e ti accorgi che la vita del tuo paese sta morendo, è lì che alzi lo sguardo e cerchi il luogo dove ci si è sempre radunati insieme in pace, nella festa o nel dolore: la Chiesa. Che è una casa in mezzo alle nostre case, la casa di tutti». A sei mesi dallo stesso sisma che ha colpito anche l'Emilia, monsignor Roberto Busti, vescovo di Mantova, richiama l'attenzione sulle chiese distrutte. «Ho visto le lacrime degli anziani e lo smarrimento dei giovani» racconta.
«I danni sono troppi, Mantova da sola non ce la può fare, ma nemmeno l'Italia: dobbiamo avere il coraggio di ammetterlo - dice Philippe Daverio, storico dell'arte - senza soldi non si fa nulla, il rischio è di dimenticare il dramma e lasciare andare in malora il patrimonio artistico culturale». Un problema internazionale che però geograficamente viene collocato nella sola Emilia, mentre il sisma ha messo alla prova anche l'Oltrepo mantovano. «Un territorio limitato che pure ha subito danni ingenti - dice Carlo Maccari, sub commissario al terremoto per la Regione Lombardia - basti pensare che il mantovano ha avuto 3.300 sfollati».
La Diocesi di Milano, con il sostegno delle diocesi di Lombardia, il finanziamento di Caritas Ambrosiana e associazione cattolica esercenti cinema Acec, e in collaborazione con Trenord, sostiene la raccolta fondi.
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