Presidio del territorio, ma anche sostegno ai più deboli e aiuto agli stranieri nel loro percorso di inserimento. Questo, nelle parole del cardinale Dionigi Tettamanzi, il compito della polizia locale. Larcivescovo lo ha ricordato durante la messa per la festa dei 150 anni dei «ghisa». «Siate il miglior biglietto da visita per chi da lontano arriva per lavoro o turismo nella nostra città - ha detto rivolgendosi agli agenti - siate coloro che educano nellaccompagnamento alle piccole e quotidiane pratiche civiche, allinserimento nella nostra società degli stranieri che provengono da culture diverse dalla nostra». «A nessuno - ha continuato Tettamanzi- è concesso di strumentalizzare il tema dellimmigrazione per finalità non rispettose della verità e della dignità di queste persone».
E al cardinale ha risposto il vicesindaco Riccardo De Corato: «Milano ha dato casa e lavoro a 208 mila stranieri regolarmente residenti, il doppio di quanti ce ne erano solo dieci anni fa. Tanto che ci sono quartieri dove limmigrazione è abbondantemente sopra il 16% che rappresenta la percentuale media di stranieri residenti in città e quasi il triplo della media nazionale attestata al 6,5%. Ma Milano non può accogliere anche chi entra clandestinamente in città. Chi vive di reati predatori, spaccio, provoca continue risse per strada, si macchia di violenze sessuali, nascondendosi dietro molteplici alias per sfuggire alle maglie della giustizia e ostacolare i rimpatri». Un pericolo che neanche Tettamanzi sottovaluta. «Non lasciate che lillegalità germogli dentro le vostre comunità etniche», esorta larcivescovo di Milano.
De Corato, però, non arretra. «Gli irregolari sono responsabili di 8 reati su 10 tra gli extracomunitari. Il nostro obiettivo è lazzeramento attraverso le espulsioni».
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