Tre milioni in due anni Sala si affida ai privati per le case del Comune

Bandi vinti da associazioni del terzo settore De Corato: «Perché non sono passate a MM?»

Michelangelo Bonessa

I privati aiutano a migliorare le case popolari. Sono infatti centinaia gli appartamenti di proprietà comunale nei condomini così detti «misti», quelli cioè in cui parte degli alloggi è stata acquistata, e per molti non si sono mai trovati i denari pubblici per le ristrutturazioni. Negli ultimi due anni però sono intervenute varie associazioni del terzo settore che hanno investito circa tre milioni di euro per rinnovare questi immobili. In totale sono 175 le case oggi disponibili grazie a questa sperimentazione avviata nel 2016 dalla Direzione Casa del Comune. Ad oggi sono stati riaperti e affittati ad un prezzo massimo annuale di 65 euro al metro. Il nuovo modello, spiegano da Palazzo Marino «passa attraverso l'indizione di bandi pubblici, ognuno dedicato ad un piccolo numero di alloggi, ordinati per quartieri omogenei, in modo da dare l'opportunità di partecipare anche alle piccole e medie cooperative, organizzazioni, associazioni e fondazioni, che spesso sono anche quelle più vicine al territorio e ai suoi abitanti». Sei i bandi emessi fino ad ora: l'ultimo ha coinvolto 32 alloggi più un negozio al piano terra nel quartiere Barona-Famagosta e prima, andando a ritroso, sono stati messi a bando 13 appartamenti al Vigentino, 18 in zona Mecenate-Ungheria, altri 18 in zona Turro, 38 al Giambellino-Lorenteggio e, per la prima edizione datata estate 2016, 55 nel quartiere Niguarda. Per ora è un tipo di bando che ha premiato Fondazione San Carlo, Abitare Sociale Metropolitano, Spazio aperto servizi e Fondazione Progetto Arca: hanno ricevuto gli alloggi in concessione d'uso per un massimo di 20 anni, sono obbligati a riqualificarli e infine ad affittarli a nuclei familiari in difficoltà abitativa. «La questione abitativa spiega l'assessore alla Casa e ai Lavori pubblici Gabriele Rabaiotti chiede che le Amministrazioni, in particolare nelle grandi città, lavorino su più fronti: la manutenzione del prezioso patrimonio di case popolari che spesso è stato trascurato, la sperimentazione di modelli che aumentino le case in affitto a canoni accessibili, il coinvolgimento di operatori privati nella realizzazione di piccoli interventi di edilizia popolare ad integrazione di progetti di sviluppo immobiliare rivolti al libero mercato e l'efficientamento energetico dei quartieri popolari. Solo così riusciremo a dare risposte a chi ha bisogno di casa». Secondo quanto riportato dalla nota del Comune sono ancora disponibili una cinquantina di alloggi analoghi in condomini misti tra i quartieri di Baggio, Gallaratese e Chiesa Rossa: verranno messi a bando a partire dal prossimo autunno.

Critico l'assessore regionale alla Sicurezza Riccardo De Corato: «Ma perché il Comune ha preferito darle in gestione a loro piuttosto che assegnale lui stesso agli sfrattati o a Mm, che gestisce già 23 mila alloggi comunali? Siamo curiosi di sapere quanti italiani sfrattati verranno ospitati in questi alloggi, anche se probabilmente ad essere aiutati saranno, come al solito, persone provenienti dalla Nigeria, dalla Costa d'Avorio, dal Camerun e dal Marocco».

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