Trecento esuberi alla Coca Cola I sindacati sul piede di guerra

C'è crisi per tutti, non solo per le piccole imprese. Così anche il Gruppo Coca Cola ha annunciato ieri in Assolombarda al Coordinamento Nazionale di Fai-Flai-Uila un piano di riorganizzazione con una ricaduta occupazionale di 350 esuberi, a cui si sommano i circa 300 dipendenti del servizio di assistenza tecnica che verrano esternalizzati. Nell'area milanese le ricadute sono significative: nel sito di Buccinasco le aree del commerciale e del teleselling saranno interessate da una parte dei 209 esuberi dichiarati a livello nazionale nel settore commerciale, motivati dall'abbandono di molte zone commerciali e dalla riduzione dei clienti. Pesante è anche la ricaduta sulla sede direzionale dove gli esuberi sono 60.
Negli ultimi tre anni la sede milanese è già stata colpita da riduzioni di personale sempre per effetto del processo di centralizzazione di funzioni amministrative presso la sede di Sofia, dove – dichiara la Società – il costo del lavoro è molto più basso che in Italia.

I sindacati annunciano proteste accusando il gruppo dirigente italiano di non essere riuscito a valorizzare e preservare la professionalità e la flessibilità dei lavoratori della sede italiana, che in questi anni hanno permesso lo sviluppo del Gruppo a livello europeo, gestendo l'integrazione dei paesi dell'Est Europa nel sistema Coca Cola e respingono il piano della Società che rappresenta.
Per questo indicono 8 ore di sciopero il giorno 22 novembre a livello nazionale. A Milano si terrà un presidio dei lavoratori dalle ore 8.30 alle ore 12 davanti alla sede di viale Monza

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