Cronaca locale

«Troppa fretta con la legge sui luoghi di culto»

Le legge sulle moschee non passa inosservata. E il giorno dopo l'approvazione da parte del Consiglio regionale piovono reazioni da ogni parte. La maggioranza di centrodestra incassa il risultato: la vigenza di norme vincolanti e restrittive che potrebbero far definitivamente saltare i piani del Comune. Palazzo Marino reagisce con la dichiarazione dell'assessore Pierfrancesco Majorino, che arriva a dire questo: «Tra i leghisti che negano la libertà di culto e i teorici del fondamentalismo islamico (o di ogni altra religione) per me non c'è alcuna differenza».

Ma sugli effetti che le nuove norme potrebbero avere sui luoghi di culto - anche diversi dai centri islamici - interviene anche la Curia, col vicario per la Cultura Luca Bressan, che avverte: «Serve un modo nuovo di affrontare il tema della realizzazione dei luoghi di culto». «Il cambiamento sociale in atto» - riflette il “ministro” della chiesa ambrosiana - richiede un modo nuovo di affrontare - tra gli altri - il tema della realizzazione dei luoghi di culto. Un argomento che coinvolge tutte le confessioni religiose ma - è sotto gli occhi di tutti - riguarda principalmente la religione islamica». Bressan precisa che è meglio rimandare un «commento preciso» ma anticipa una valutazione: «Resta da capire se questa legge è conforme alle disposizioni cui - come ogni atto legislativo - deve sottostare e se sarà in grado o meno di garantire una effettiva libertà di culto nel rispetto di tutte le leggi vigenti». «Vista la rilevanza e la delicatezza del tema - conclude - occorre giungere alla costruzione di questi strumenti legislativi in modo meno frammentario e precipitoso, per non produrre effetti che vadano al di là delle intenzioni di chi li propone». Le preoccupazioni da cui scaturisce la posizione della Curia le spiega in modo più esplicito il consigliere comunale Matteo Forte: sarebbero panalizzanti per tutte le confessioni «le limitazioni costituite dalle telecamere collegate con la questura da installare agli ingressi del luogo di culto, le infrastrutture e i parcheggi grandi il doppio della superficie destinata al culto a carico del richiedente, l'obbligo di una previa raccolta di pareri dei comitati di quartiere». Stessa cosa per l'iter sull'impatto ambientale. «L'adozione obbligatoria della Vas per valutare possibili profili di sicurezza pubblica potrebbe avere effetti deleteri anche per la comunità cattolica». Il tema è sentitissimo e anche il commissario Expo Giuseppe Sala, rispondendo a una domanda sulla legge ha risposto che la sua preoccupazione «far passare la percezione di un'Expo molto accogliente».

E mentre si valuta la possibilità che queste critiche possano suggerire modifiche, il centrodestra difende la legge: «Fa tirare un sospiro di sollievo ai milanesi giustamente preoccupati per le ricadute del bando del Comune sulla sicurezza e sul decoro urbano» commenta Mariastella Gelmini, coordinatrice di Forza Italia in Lombardia. «Ora ci sono regole chiare - dice il coordinatore Ncd Niccolò Mardegan - Pisapia dovrà adeguarsi.

Questa Legge di fatto riscrive il bando, folle, del Comune».

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